Possibilità del non ancora: Natale

Stiamo per entrare nella memoria di quel periodo storico di 2000 anni fa in cui Dio non si è servito più di profeti, ma Lui stesso si è reso visibile. Celebriamo un evento storico che ha permesso a noi uomini di capire che la storia ha un inizio perché ha un fine. 

La storia è stata voluta da Colui che è solo bene, è solo positivo. Al di fuori del Dio fatto uomo non c’è possibilità di comprendere da dove veniamo, chi siamo e il senso ultimo della vita. Dio si è fatto bambino nel Figlio e, come noi, ha pianto, ha bevuto il latte, ha giocato, ha provato le sensazioni umane (gioia, tristezza, …). L’intento di Gesù è far conoscere a ogni uomo il  grande progetto: Tu uomo, non sarai mai solo, hai un Padre. «Ecco, mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, il Signore invece mi ha accolto» (Cfr. Sal 27, 10). Prima l’uomo costruiva statue a cui dava un nome, si inchinava davanti a quelle immagini da lui stesso costruite e offriva a esse persino sacrifici umani. Gesù elimina questo “fare” che offende la dignità della persona. Ogni anno, la tradizione ricorda l’evento accaduto 2000 anni fa, a noi che siamo distratti, che dovremmo riproporre con la nostra vita, la vita del Cristo, a noi che dovremmo essere drappeggi di umanità nuova. Ecco la nostra grande responsabilità di uomini rivestiti di Cristo! Noi siamo consapevoli che questa presenza è capace di cambiare la storia delle persona che ci sono affianco? Davanti alla nostra impossibilità, in questo Avvento, l’Angelo dice: «Nessuna cosa infatti è impossibile a Dio» (Cfr. Lc 1,37). Il Natale è stato un’irruzione da parte del Dio fatto uomo nella storia dell’uomo che cercava e cerca un “senso”. Il Dio incarnato, che “manifesta” nella storia dell’uomo che “nulla” è impossibile a Dio. Un Dio che nessuno mai aveva visto e sentito entrando nella storia ci fa partecipi della inaugurazione della nuova umanità: «Seguitemi e vi farò pescatori di uomini. Essi all’istante, abbandonate le reti, lo seguirono» (Cfr. Mt  4, 19-20). La possibilità di Dio uomo, che si è reso visibile con il “sì” di Maria di Nazareth, entrando nella storia degli uomini in un momento particolare: l’impero di Augusto. Quel giorno, il Natale, possibilità offerta a noi di essere abitazione della Trinità nel momento in cui lo facciamo vivere in noi. Noi abitazione di Dio. Maria testimone della storicità di Dio e noi tutti i giorni prolungamento della presenza di  Gesù Cristo.. Il santo Origene diceva: «A cosa serve dire che Cristo è venuto soltanto nella carne che Egli ricevette da Maria, se non manifesto che è venuto anche nella mia carne?» (Origene, In Genesim homiliae 3,7, in PG 12,183). Questo Natale occasione dataci per riappropriarci della nuova umanità già iniziata. Noi siamo convinti che Gesù è presente nella nostra quotidianità, ma ancora stentiamo a credere che sia presente con la Sua corporeità. Ma l’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia verso Dio. Ecco, tu concepirai nel grembo e darai alla luce un figlio» (Cfr. Lc 1, 30-31). Maria gli chiese in che modo ciò sarebbe avvenuto e “l’angelo le rispose”: «Lo Spirito Santo scenderà sopra di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra; perciò quel che nascerà sarà chiamato santo, figlio di Dio» (Lc 1, 35). Ecco l’ingresso dell’uomo nuovo. L’uomo, che dirà all’uomo chi è l’uomo. Maria avverte questa corporeità e subito incomincia a danzare: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore» (Cfr. Lc 1, 46). L’Eucarestia è il mezzo che Lui ha voluto perché la Sua presenza corporea fosse in mezzo a noi, quindi l’Eucarestia è la presenza reale nel nostro corpo, perché noi non danziamo? Perché noi non danziamo se la Sua umanità continua in noi? Amici, io sono a conoscenza che per molti di voi Natale è tutti i giorni e continuate ad essere il suo prolungamento nel mondo, permettendo di conoscere un’umanità diversa e di far parte di un progetto del Sì alla vita. Il Sì alla vita è nel Dio fatto uomo perché è il nuovo Adamo.

 

di Don Salvatore Rinaldi

 

articolo pubblicato su “Primo Piano” di Lunedì 19 dicembre 2016

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