L'amore è sempre novità

Una persona che prende le distanze da qualcuno e continua a odiarlo per tutto il resto della sua vita, in realtà, non lo ha mai lasciato per davvero, non ha mai rotto realmente quella relazione, non si è mai messo fuori
quel rapporto che lo ha ferito e che lo ha fatto soffrire. È paradossale dir questo, ma l’unica maniera per rompere il rapporto con qualcuno è perdonarlo di cuore. L’odio è un continuo ripetersi dello stesso sentimento, dello stesso rancore, a volte anzi un aumentare della stessa rabbia; è un rimuginare quasi sempre sulle stesse cose; è un girare intorno alle stesse situazioni, al rancore che si ripropone sempre identico, all’odio che fermenta dentro di noi che va spezzato.

È con il rancore, con l’odio, che noi dobbiamo rompere;
con questo rapporto malato con le persone: e l’unica maniera per farlo con le persone che ci hanno fatto
soffrire, è perdonare. Il perdono è rottura. Il perdono è liberazione, perché trancia di colpo le cose che si
ripetono, inserendo una variabile, l’imprevisto di chi impara ad andare avanti libero dal ricordo di ciò che lo
ha fatto soffrire. Che cos’è la Grazia? È l’irrompere dell’Amore nella vita di una persona. Quando una
persona incontra l’Amore, incontra qualcosa che la mette nella situazione di dover decidere se rimanere
aggrappata a ciò che la fa soffrire, a ciò che la rende rancorosa, a ciò che la tiene in ostaggio del passato o
iniziare qualcosa di radicalmente nuovo. Se non troviamo un valido motivo per cui staccarci dal passato,
l’unica cosa interessante della nostra vita sarà semplicemente il passato, e ripensare sempre a ciò che è
accaduto. Anche quando tutto questo produce dentro di noi sofferenza, diventa però qualcosa di
estremamente familiare. E allora non vogliamo lasciarla, perché quella sofferenza paradossalmente è
diventata la nostra sola certezza cui aggrapparci. Quando incontriamo l’Amore, invece, incontriamo una
novità che ci toglie le certezze del passato, la certezza unica della sofferenza. Ciò, inizialmente, ci
destabilizza, perché fa nascere dentro di noi la nostalgia di qualcos’altro, la nostalgia per una terra che non è
quella di prima, la nostalgia per una felicità che pensavamo non esistesse. La pienezza della vita non è
qualcosa che accade un giorno e basta, ma è qualcosa di ogni giorno; non di un solo giorno, né
semplicemente di un giorno futuro, né semplicemente di un giorno che è già stato, ma è qualcosa che ogni
giorno si ravviva, che ogni giorno diventa vera, che ogni giorno si vivifica. «Dimentichi del passato e protesi
verso il futuro, corriamo verso la meta» (S. Paolo Fil. 3,13-14). La dimenticanza non è ignorare il passato, la
dimenticanza non è amnesia, la dimenticanza è togliere tutto quel potere ipnotico che a volte il passato ha
sulla nostra esistenza. È togliere tutta quell’importanza che troppo spesso noi diamo al nostro passato. Non
che esso non abbia avuto certamente degli effetti decisivi, quello che siamo oggi è certamente anche il frutto
di ciò che è accaduto dentro la nostra vita. L’unica cosa che possiamo fare è renderci conto che la cosa che
può capovolgere la situazione è si pensare diversamente, ma anche che si è disposti a pensare diversamente e
a decidere diversamente quando s’incontra dentro la propria vita l’Amore, cioè quando s’incontra dentro la
propria vita un imprevisto che ci distrae dal già visto. L’Amore è sempre una novità, non perché ci dice
necessariamente cose nuove o perché ci fa fare cose nuove, ma perché ci fa sentire nuovi. La novità
dell’Amore non è la novità della vita intorno a noi, ma la percezione di essere noi nuovi, di sentirci di nuovo
in viaggio, di sentirci di nuovo vivi. La novità è semplicemente un modo altro di dire che ci sentiamo ancora
vivi e che la vita ci sta attraversando. Il male, in sé, si manifesta sempre come qualcosa di identico a se
stesso; perciò abbiamo bisogno continuamente di trasgredire, o anche solo di cercare nuovi stimoli: bisogno
di cercare novità nella monotonia. E, spesso, in questa ricerca spasmodica di novità, creiamo altro male.

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