Agostino non ha elaborato una teoria sistematica dell'amicizia.
Tuttavia, proprio perché quanto dice sull'amicizia non è una speculazione occasionale né astratta ma una lunga esperienza spirituale, le sue parole raggiungono spesso un'intensità e una profondità d'accenti non comuni, che fanno capire non solo quanto importante fosse l'amicizia per lui e quanto sia necessaria per tutti, ma soprattutto in che modo si diventa e si resta amici.
Da questo punto di vista la riflessione di Agostino procede sì di pari passo con la sua maturazione psicologica e intellettuale, ma soprattutto prende luce, attraverso il cammino della fede, dalla scoperta degli ideali e dei valori concreti che fondano l'amicizia, la rendono stabile e feconda, la sublimano.
L'amicizia non dev'essere circoscritta in confini limitati. Essa abbraccia infatti tutti quelli a cui sono dovuti affetto e amore, anche se si rivolge con più slancio verso alcuni e con più esitazione verso altri. L'amicizia si estende fino ai nemici, per i quali siamo tenuti anche a pregare. Così non c'è nessuno nel genere umano al quale non si debba amore: basato, se non sulla carità vicendevole, almeno sulla partecipazione alla comune natura umana.
D'altra parte, proviamo giustamente una grande attrazione per quelli da cui siamo corrisposti nell'amore in modo santo e casto. Bisogna pregare che questi beni ci siano conservati quando si hanno e ci siano largiti quando non si hanno.
Non esiste invito più pressante ad amare che quello di essere i primi ad amare, né amore più duro di quello che, non avendo voluto concedere amore, neppure vuol rispondere all'amore.
Perciò, se un cuore che era intorpidito si sveglia quando si sente amato, e se un cuore che già ardeva s'infiamma maggiormente quando si sente corrisposto, è chiaro che nulla può far nascere e crescere l'amore più del sapersi amati quando ancora non si ama, o dello sperare di poter essere corrisposti o del sentirsi già corrisposti quando si ama per primi. Se questo avviene negli amori impuri, con quanta maggior purezza avverrà nell'amicizia? Cos'altro, infatti, vogliamo evitare, per non scalfire l'amicizia, se non che l'amico abbia a credere che non l'amiamo o che l'amiamo meno di quanto ci ama lui? Perché, caso mai se ne sia convinto, diventerà più freddo in lui quell'amore di cui gli uomini godono vicendevolmente in un rapporto di mutua intimità. Ma se non è così debole da lasciare che una tal ferita lo raffreddi del tutto, si comporterà come uno che ama: non per trarne piacere, ma per riceverne aiuto.
Don Salvatore Rinaldi
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