Non si deve rifiutare nessuno che voglia entrare in contatto per stringere amicizia. Questo non significa che va accolto all'istante, ma che bisogna desiderare di accoglierlo, trattandolo in modo da poterlo accogliere.
Possiamo dire di aver accolto in amicizia colui al quale osiamo confidare tutte le nostre intenzioni. E se qualcuno non si fa avanti per stringere amicizia, tenuto lontano da qualche nostra carica o dignità sociale, ci si deve abbassare fino a lui e manifestargli con modestia e affabilità d'animo quanto personalmente non osa chiedere.
Certo, può a volte capitare, anche se di rado, che nell'accogliere qualcuno in amicizia veniamo a conoscere prima i suoi lati negativi che quelli positivi. Così, urtati e quasi con un moto di repulsione, lo respingiamo, senza preoccuparci di scoprire le sue buone qualità che forse sono più nascoste.
Ecco perché il Signore Gesù Cristo, che vuole che siamo suoi imitatori, ci ammonisce a sopportare i difetti, perché con la pazienza della carità arriviamo a qualche virtù in cui poterci piacevolmente riposare. Dice infatti: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» [Mt 9,12]. Se dunque, per amore di Cristo, non dobbiamo respingere dal cuore anche chi dovesse essere totalmente infermo – dato che può essere sempre guarito dal Verbo di Dio –, tanto meno dobbiamo respingere uno che può sembrarci del tutto infermo, perché non siamo stati capaci di tollerare alcuni suoi difetti all'inizio dell'amicizia e, cosa ancora più grave, abbiamo osato per antipatia esprimere un giudizio azzardato e precipitoso su tutta la persona, indifferenti al detto: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi» [Mt 7,1-2].
Spesso, invece, appaiono prima i lati positivi. Anche in questo caso, però, bisogna andare cauti nel manifestare subito il proprio benevolere, per evitare che, prendendo tutto per buono, i lati negativi, che si manifestano in un secondo tempo, non ti colgano tranquillo e impreparato, procurandoti un danno più grave. Così ti troveresti a odiare con maggior acredine colui che hai amato in modo sconsiderato, e questo è ingiusto! Anche se all'inizio non dovesse emergere alcuna sua qualità e al contrario risaltassero per primi i lati che poi risultano spiacevoli, bisogna tuttavia sopportarli, in modo che tu possa applicare con lui i rimedi solitamente adatti a correggere tali difetti. A maggior ragione, le precedenti buone qualità ci servono da garanzia per spingerci a tollerare i difetti successivi.
don Salvatore Rinaldi
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