L'ottimismo 

«Gli ottimisti sono persone che della vita amano praticamente tutto, fanno volentieri di tutto e non sciupano il tempo a rammaricarsi o a desiderare che le cose fossero andate diversamente. Sono entusiaste della vita e vogliono ricavarne tutto quello che possono. Amano fare i picnic, andare al cinema, amano i libri, gli sport, i concerti, la città, la campagna, gli animali, la montagna: insomma tutto. Amano la vita. Quando sei in mezzo a loro avverti l’assenza di borbottii e lamenti, noti che non tirano dei gran sospiri… Se piove, per loro va bene. Se fa caldo, invece di lamentarsi, la prendono con spirito. Se sono in un ingorgo stradale, o in un ricevimento, o sono da sole, prendono quel che c’è. Sono sempre gioiosi, perché hanno compreso che è sciocco aspettare la gioia. Il loro è un modo naturale di vivere, simile a quello di un bambino o di un animale. Non si lasciano sfuggire le soddisfazioni del presente, a differenza dei più che passano la vita in attesa di dividendi che non riescono mai a toccare con mano. Gli ottimisti sono persone il cui livello di energia è eccezionalmente alto. Sembra quasi che a loro bastino meno ore di sonno che agli altri, eppure vivono con entusiasmo. E, in effetti, dormono di meno, e sono sani» (Wayne W. Dyer). Martin Luther King (1929-68) avvertiva: «Siamo a mezzanotte nell’ordine morale». «Viviamo nella licenza più totale e quindi nel non rispetto degli uni verso gli altri», sottolinea Sergio Quinzio che prosegue: «Dobbiamo riavvicinarci al punto dal quale ci siamo allontanati». Riavvicinarci ai Valori”! Si, perché i Valori sono il fondamento della dimensione umana del fabbro, del panettiere, dell’operatore ecologico, del presidente degli Stati Uniti, del pontefice. I Valori sono le vitamine dell’educazione, l’ossatura dello spirito, l’intelaiatura della personalità. I valori presiedono alla grandezza dell’Uomo. Gli psicologi parlano di “effetto Pigmalione”. Pigmalione era un mitico re di Cipro che aveva il dono della scultura. Un giorno scolpì, in bianchissimo avorio, una figura di donna talmente bella che desiderò diventasse sua moglie. Pregò gli dei di trasformarla in donna. Gli dei lo esaudirono e Pigmalione sposò la statua trasformata in bellissima carne. Il desiderio, l’occhio buono, l’aspettativa riescono a dare vita anche all’avorio, anche alle pietre. L’ottimista è creativo. Papa Giovanni XXIII diceva: «Non ho mai conosciuto un pessimista fare un buon lavoro per l’umanità». L’ottimista è generoso. Il grande pittore spagnolo, Pablo Picasso, osservava: «Alcuni uomini (gli ottimisti) trasformano un punto giallo in sole; altri (i pessimisti) trasformano il sole in un puntino giallo». L’ottimista è sereno. Conta i fiori del giardino, non le foglie che cadono; conta i sorrisi, non le lacrime; conta gli amici, non gli anni. L’ottimista è positivo. È convinto che i pensieri negativi non fanno niente di buono. Sa che vi è più forza nei sorrisi che nei singhiozzi. Sa che anche i lupi si innamorano. Sa che anche quando il cielo non è sereno, gli uccelli volano lo stesso. L’ottimista è coraggioso. Ha il coraggio dell’utopia: il coraggio che crede possibile l’impossibile. Il coraggio dei santi! Il filosofo inglese Bertrand Russel (1872-1970) ebbe una felicissima intuizione: «Gli innocenti non sapevano che la cosa era impossibile e per questo la fecero!». Una volta due rane caddero in una scodella di latte. La prima si mise a gridare: “Oh, povera me, dove sono caduta, muoio affogata!”, e si lasciò andare sotto la schiuma del latte. L’altra rana, invece, disse “No, non voglio morire in una scodella!” e si mise a sgambettare, a muoversi, ad agitarsi. Si agitò cosi tanto che il latte si trasformò in burro. E così si trovò su una piccola piattaforma dura: puntò le gambe e saltò fuori! Libera! La prima rana era pessimista. La seconda ottimista.

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