Gli Scout cattolici in Italia compiono un secolo di storia

«Abbiamo fatto cento!». Così esordiscono Marilina Laforgia e Matteo Spanò, Presidenti del Comitato Nazionale AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), nel loro articolo pubblicato sul sito ufficiale dell’AGESCI (www.agesci.it) in occasione del centesimo anniversario dalla nascita dello scoutismo cattolico in Italia. «Era il 16 gennaio del 1916 – continuano – quando, per opera del conte Mario di Carpegna, fu costituita l’Associazione scoutistica cattolica italiana: Esploratori d’Italia (ASCI). [...] Siamo testimoni di una importante storia, che oggi più che mai ci parla della centralità del nostro “essere Chiesa”, comunità nell’educazione quotidiana dei giovani. E’ bello che questa ricorrenza cada in un anno speciale, quello del Giubileo della Misericordia. La storia ci racconta l’Asci come associazione che divenne in pochi anni diffusa e vitale e impegnò moltissimi ragazzi: una realtà importante sia nel panorama dell’educazione non formale dell’Italia del tempo, sia fra le associazioni di matrice cattolica operanti all’inizio del XX secolo, tutte libere di esprimere le proprie caratteristiche peculiari. Finché non entrarono in collisione con il fascismo che non ammetteva esperienze educative non controllate dal regime. Della capacità di non abbandonare il proprio cammino ci parlano le Aquile Randagie, che continuarono segretamente l’attività scout [...] La ricostituita Associazione cattolica scout maschile fu affiancata dall’AGI Associazione Guide Italiane, femminile. Fu nel 1974 che le due Associazioni, maschile e femminile, Asci ed Agi, maturarono l’idea e l’opportunità di una fusione in nome di una precisa scelta pedagogica che fu ritenuta di grande valore: la Coeducazione. Nacque l’AGESCI, la nostra Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani [...] Scelta di fede ed appartenenza ecclesiale segnarono e segnano ancor oggi le azioni e i valori dell’essere scout e guide “dell’Agesci e nell’Agesci”, a 100 anni dalla nascita dello Scautismo cattolico italiano». E l’AGESCI vanta ancora attualmente quasi 200000 iscritti. Tra le nostre fila sono passati e continuano a passare in moltissimi. In un articolo pubblicato in questi giorni sul Corriere della Sera si legge: «Matteo Renzi è forse lo scout più conosciuto d’Italia, ma anche Roberta Pinotti, Pier Ferdinando Casini, Pupi Avati, Renzo Piano, lo scrittore Enrico Brizzi, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, Carlo Verdone, Elio di Elio e le storie Tese, Giuliano Pisapia, sono tra i tanti che hanno indossato l’uniforme Agesci: cappellone, camicia azzurra, pantaloni corti blu e fazzolettone al collo; tutti concordi nel ricordare l’esperienza scout come la più formativa della propria vita. Il movimento cattolico scout italiano ha attraversato indenne un secolo di cambiamenti storici, guerre e rivoluzioni sociali. [...] Nell’AGESCI le guide e gli scout cattolici maturano un’idea di cittadinanza, cultura, pedagogia e senso civico dell’appartenenza come mai in precedenza, che porterà gli scout ad essere protagonisti di numerosi interventi di solidarietà, dalla tragedia del Vajont, all’alluvione di Firenze, al terremoto dell’Irpina. [...] Con 40 milioni di membri in oltre 240 paesi, lo Scautismo è il movimento giovanile più diffuso, multiculturale e multireligioso del pianeta, che “resiste” da oltre un secolo». Ancora oggi è quindi possibile parlare, e a pieno diritto, di un’Associazione sempre al passo con i tempi. Alberto Guasco, a proposito del secolo di storia dello scoutismo cattolico in Italia, in un articolo pubblicato in questi giorni su Jesus, scrive: «Dinamico e con una forte impronta laicale, in Italia il movimento ha dimostrato di saper leggere le esigenze dei giovani, anticipando i cambiamenti della società. E se un secolo fa Benedetto XV non nascondeva le sue antipatie per gli scout, oggi papa Francesco chiede loro di portare nella Chiesa “un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo”». Infatti gli ultimi Papi si sono dimostrati particolarmente vicini all’Associazione. Indimenticabile ad esempio resta lo storico Discorso di Giovanni Paolo II del 23 ottobre 2004. In occasione di quel raduno, promosso dall’AGESCI e dal MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), il Santo Padre, visibilmente sofferente, disse: «Oggi avete voluto rinnovare la vostra "Promessa" davanti al Papa, ed io sono lieto di essere testimone del vostro proposito di essere fedeli a Dio che vi chiama a vivere la comunione e l’amicizia con Lui; fedeli a voi stessi, nella ricerca e nella realizzazione del progetto che il Padre, nel suo amore, ha elaborato per ciascuno; fedeli verso il prossimo, che attende da voi il dono di un impegno pienamente umano e cristiano. In questo impegno di fedeltà vi è di aiuto la Legge scout, mediante la quale, come il vostro fondatore, Lord Baden-Powell, amava dire, voi potete rendere possibile l’impossibile. Il Papa guarda a voi con fiducia e con speranza, e vi accompagna nella grande avventura della vita con la sua preghiera e la sua simpatia. [...] Siate uomini e donne che, facendo riferimento al Vangelo di Gesù, sanno educare altri a vivere nella libertà e nella responsabilità, a "nuotare contro corrente" per vincere la tentazione dell’individualismo, della pigrizia, del disimpegno. [...] La celebrazione domenicale dell’Eucaristia nelle vostre parrocchie e nelle uscite di Unità vi veda attenti e partecipi nell’ascolto e nell’animazione, e sia sorgente e alimento costante del vostro impegno. "Duc in altum", AGESCI! "Duc in altum", MASCI! Non abbiate paura di avanzare con fantasia, sapienza e coraggio sulle strade dell’educazione delle giovani generazioni. Il futuro del mondo e della Chiesa dipende anche dalla vostra passione educativa». Benedetto XVI, nell’Introduzione al Messaggio dei Vescovi del Consiglio Permanente della CEI agli scouts cattolici in Italia del 23 aprile 2007, sottolinea che: «A detta di molti, e per testimonianza dello stesso fondatore, Robert Baden-Powell, l'incontro dello scoutismo con la fede cattolica si è rivelato fecondo e provvidenziale, costituendo una scuola di crescita per cristiani autentici e una fonte di genuina spiritualità. Tale incontro ha valorizzato e posto in evidenza, con tipica originalità, la bellezza e il vigore del messaggio evangelico e delle energie che si sprigionano quando Cristo, vivente nella Chiesa, viene accolto e inserito là dove si opera per la persona umana, la sua verità, la sua dignità e la sua libertà». Sempre Benedetto XVI, nell’Udienza Generale del 1° agosto 2007, saluta gli scout, che «questa mattina con la loro presenza intendono riaffermare la loro partecipazione ecclesiale - dice il Pontefice - dopo aver rinnovato la promessa scout, che li impegna a compiere il proprio dovere verso Dio e a servire gli altri con generosità. Il mio pensiero si rivolge anche a tutti gli scout e le guide del mondo, che rinnovano la loro promessa proprio oggi, giorno in cui cade il centenario dell'inizio dello scoutismo. Infatti esattamente cento anni fa, il 1° agosto 1907, nell'Isola di Brownsea ebbe avvio il primo campo scout della storia. Auguro di cuore che il movimento educativo dello scoutismo, scaturito dalla profonda intuizione di Lord Robert BadenPowell, continui a produrre fecondi frutti di formazione umana, spirituale e civile in tutti i Paesi del mondo». Infine Papa Francesco, nel Discorso all’AGESCI del 13 giugno 2015 afferma: «Quando una volta qualcuno chiese al vostro fondatore, Lord Baden-Powell, “che cosa c’entra la religione [con lo scoutismo]?”, egli rispose che «la religione non ha bisogno di “entrarci”, perché è già dentro! Non c’è un lato religioso del Movimento scout e un lato non… L’insieme di esso è basato sulla religione, cioè sulla presa di coscienza di Dio e sul suo Servizio» (Discorso ad una conferenza di Commissari scout/guide, 2 luglio 1926, in L’educazione non finisce mai, Roma 1997, p. 43). E questo l’ha detto nell’anno ’26. [...] C’è una cosa che mi sta particolarmente a cuore per quanto riguarda le associazioni cattoliche, e vorrei parlarne anche a voi. Associazioni come la vostra sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito Santo suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori. Sono certo che l’AGESCI può apportare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società. Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti. Ma questo può avvenire solo a una condizione: che i singoli gruppi non perdano il contatto con la parrocchia del luogo, dove hanno la loro sede, ma che in molti casi non frequentano, perché, pur svolgendo là il loro servizio, provengono da altre zone. Siete chiamati a trovare il modo di integrarvi nella pastorale della Chiesa particolare, stabilendo rapporti di stima e collaborazione ad ogni livello, con i vostri vescovi, con i parroci e gli altri sacerdoti, con gli educatori e i membri delle altre associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e nello stesso territorio, e non accontentarvi di una presenza “decorativa” alla domenica o nelle grandi circostanze».Tutti questi bei discorsi, ma soprattutto i fatti ci ricordano che come noi oggi possiamo narrare la fede degli scout italiani cattolici che hanno percorso questo secolo di storia così, come scrivono Laforgia e Spanò, «la traccia che stiamo lasciando sarà visibile a chi ci seguirà nei prossimi cento anni».

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