In parlamento: la coerenza tra fede e vita

Il rapporto di complementarità tra Rivelazione di Dio e ragione corrisponde al rapporto tra ordine della salvezza e ordine naturale, al cui centro vi è la legge naturale, che scaturisce dal cuore stesso della storia umana: la persona. Dio Creatore ha creato il mondo e l’uomo come persona, dotandolo d’intelligenza, libera volontà e sentimento dei valori. Egli ha scritto nel cuore dell’ uomo i suoi comandamenti, che l’uomo può conoscere e seguire o calpestare. Il peccato originale, secondo la dottrina cattolica, ha indebolito ma non cancellato le facoltà naturali dell’uomo. La Rivelazione di Dio e la grazia aiutano la persona, ogni persona umana, perché possa meglio conoscere e seguire i diritti e i doveri scritti nella coscienza. Per questo il Concilio Vaticano II nella costituzione Gaudium et spes (n. 59), richiama la dottrina del Concilio Vaticano I sull’esistenza di due ordini di conoscenza, finalizzati al bene totale dell’uomo: a) il sacro Concilio, richiamando ciò che insegnò il Concilio Vaticano I, dichiara che «esistono due ordini di conoscenza» distinti, cioè quello della fede e quello della ragione, e che la Chiesa non vieta che «le arti e le discipline umane si servano, nell’ambito proprio a ciascuna, di propri princìpi e di un proprio metodo»; perciò, «riconoscendo questa giusta libertà», la Chiesa afferma la legittima autonomia della cultura e specialmente delle scienze. b) Tutto questo esige pure che l’ uomo, nel rispetto dell’ordine morale e della comune utilità, possa liberamente investigare il vero, manifestare e diffondere la sua opinione, e coltivare qualsiasi arte; esige, infine, che sia informato secondo verità degli eventi di carattere pubblico (GS 59). La Chiesa riconosce quindi come fondamento primario dell’ordine sociale non l’autorità di un sovrano, di un presidente o di un parlamento, ma le «leggi che regolano la vita sociale, scritte dal Creatore nella natura spirituale e morale dell’uomo»(GS 23). I diritti fondamentali dell’uomo (libertà di coscienza, di culto, di proposito), riconosciuti da molte costituzioni degli Stati moderni, sono validi non perché affermati dallo Stato, ma perché fondati sulla dignità della persona umana, fatta immagine di Dio. Questo è indicato nella dichiarazione Dignitatis humanae del Concilio Vaticano II, con particolare riferimento al diritto degli esseri umani alla libertà religiosa. Il riferimento alla libertà e alla religione ci dice che nel diritto naturale, oltre all’aspetto oggettivo, posto da Dio nell’ordine ontologico della natura, vi è un elemento soggettivo, legato alla conoscenza e alla libera volontà dell’uomo, quindi alla sua esperienza individuale e collettiva. Questo spiega perché nella conoscenza del diritto naturale vi sia stato uno sviluppo nel corso della storia umana, e una varietà di forme, legate alla molteplicità delle condizioni storiche, alle diverse tradizioni etiche e religiose. Questo spiega anche perché l’esperienza personale su ciò che è bene o male nell’ordine naturale possa deviare nell’errore, oscurando la luce della ragione, portando gravi danni all’umanità nell’ordine della vita morale, individuale e sociale. Le gravissime ferite alla morale naturale, anche nei nostri tempi (si pensi agli orrori commessi nelle due guerre mondiali), ci dicono come sia provvidenziale per l’umanità l’esistenza di una seconda fonte di verità, che diventa aiuto indispensabile per la conoscenza e l’osservanza delle norme della morale naturale: la Rivelazione divina. Il messaggio personale e sociale della Chiesa deve incarnarsi nelle diverse culture, proprio perché trascendente – nella sua universalità – le singole culture (GS 58). Per questo motivo la Chiesa si apre agli apporti delle altre confessioni cristiane (GS 40). La dottrina sociale della Chiesa non ha lo scopo primo di soddisfare la curiosità scientifica, ma quello di orientare l’azione sociale dei cristiani in collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà (MM 230). Essendo la dottrina sociale cattolica una riflessione sulla società alla luce della fede, il cattolico deve essere coerente nell’azione sociale, animato da una fede che lo spinge a una condotta sociale «di cui fondamento è la verità, misura e obiettivo la giustizia, forza propulsiva l’amore, metodo di attuazione la libertà». Un credente che voglia essere coerente con la propria fede deve formare la propria coscienza sociopolitica per applicare la dottrina sociale della Chiesa alle diverse situazioni storiche.

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