Scout a Venafro: 36 anni di storia

Nel pomeriggio del 22 ottobre “è stato tagliato il nastro” del 36° anno di attività per gli Scout Cattolici (AGESCI) a Venafro. Ad attenere i ragazzi – giovani e giovanissimi – dieci capi adulti, “pronti a servire”. Ha segnato l’inizio della Cerimonia dell’Alzabandiera – con la quale si è aperto ufficialmente in nuovo anno sociale di attività – il canto Colore del sole, non a caso tra i più celebri in assoluto dello Scoutismo.

 

 

 “Colore del sole”, l’incipit della prima strofa – che ovviamente è il giallo – è il colore che identifica la Branca dei più piccoli, i lupetti. La seconda strofa del canto, invece, si rivolge ai ragazzi e alle ragazze del Reparto (gli Esploratori e le Guide), sempre a partire dal colore che li caratterizza: «Colore del grano che presto avrà d'or splendore la verde tua tenda fra gli alberi esploratore, colore lontano di un prato che al cielo grida sorella mia guida con me scoprirai». Infine la terza strofa, quella dedicata ai ragazzi più grandi del Clan (i Rover e le Scolte) ruota intorno al colore distintivo di questa Branca che è il rosso: «Colore rubino del sangue di un testimone il sangue che sgorga dal cuor tuo fratello rover, color vespertino di nubi sul suol raccolte l'amore che scolta tu impari a donar». Terminata la Cerimonia si è dato subito il via a un grande gioco che ha visto immediatamente tutti coinvolti in una “gara di cucina”. I ragazzi - divisi per squadre miste (ciascuna costituita da lupetti, esploratori e rover) - dopo essersi costruiti un cappello da cuoco per immedesimarsi al meglio nell’ambientazione proposta, hanno sostenuto prove di memoria, di gusto, di olfatto, di tatto, di taglio, di cucina, di impiattamento, di presentazione dei piatti e chi più ne ha più ne metta. Il sottofondo sonoro dell’attività proposta e dell’intero pernottamento, che si è concluso nella tarda mattinata di domenica 23, è stata la relazione. La relazione tra i ragazzi di età diverse che non a caso andavano a costituire le squadre, la relazione all’interno della squadra, la relazione all’interno del grande gruppo e non ultima, la relazione con Dio che avviene attraverso la preghiera. «La preghiera è parlare con qualcuno che si conosce, altrimenti è altissimo il rischio di ritrovarsi a parlare con una colonna o con una statua di legno, di gesso o di pietra. Oltre a non poterci mettere a parlare con le statue non possiamo neanche pensare di scalare le montagne più alte per cercare il nostro Dio tra le nubi, perché se facciamo queste cose non stiamo pregando, in quanto la preghiera è un incontro. Un incontro con un “tu”. Un incontro con una persona». Così ha esordito don Salvatore Rinaldi - Assistente Ecclesiastico del Gruppo Scout di Venafro sin dalla sua nascita nel 1981 – nel messaggio che ci ha lasciato durante l’omelia della Messa domenicale. E, rivolgendosi a noi Scout Cattolici, ha continuato: «Proviamo a riflettere insieme con facilità sui nostri gesti quotidiani. Noi la mattina ci alziamo, ci laviamo, ci insaponiamo, ci asciughiamo, ci profumiamo, ci pettiniamo, ci vestiamo in un certo modo,… Perché lo facciamo? Semplicemente perché ci prepariamo ad incontrare qualcuno. E così è la preghiera. Faremmo bene a smetterla di sostare davanti a una statua che, anche se bellissima, non è un “tu” umano. Questa non è preghiera. Quando mi relaziono con un “tu” umano, la grande differenza è che non c’è bisogno che sia io a dire tante parole, piuttosto ho bisogno di ascoltare cosa lui ha da dirmi: «Prima che tu venissi, io già ti conoscevo, io ti ho intessuto, io ti ho voluto». (cfr. Sal 138) Se il “tu” con cui scelgo di relazionarmi è Dio, le parole che ascolterò saranno simili a queste. Dunque, se desidero pregare, il primo passo da fare è scoprire dov’è Dio, comprendere dove lui mi parla e poi mettermi in ascolto della sua Parola. Presto scoprirò che a differenza di tutti gli altri “tu” lui mi dice: «Io sono con te. Io ti do la possibilità che la mia corporeità sia nella tua affinché tu torni alla vita. E farai persino cose più grandi di me». (cfr. Gv14,20 ; Gv 15, 4-10) Ricapitolando, è importante che la preghiera sia relazione tra il mio “io” e un “tu” umano. Solo così ci renderemo conto di non essere soli. La relazione ci impegna, certo, in quanto ci chiede di accettare l’altro. Ma è proprio da lì che per noi inizia la vita vera in quanto dal momento in cui ci relazioniamo non siamo più chiusi in noi stessi. Se noi restassimo costantemente chiusi in noi stessi e desiderassimo solo che le persone intorno a noi venissero a incensarci, non avremmo capito nulla della vita. Se invece ci apriamo alla preghiera vera, finalmente iniziamo a relazionarci con un “tu” umano». Ricaricati al meglio da questa meditazione condivisa con noi dal nostro Assistente Ecclesiastico, dopo la Celebrazione Eucaristica abbiamo vissuto un altro importante momento: la Cerimonia dei passaggi. Questa Cerimonia è un momento importantissimo nella vita di ogni ragazzo e ragazza Scout, poiché segna l'ingresso in una nuova Unità e quindi tante cose nuove da imparare. Viene fatta all'inizio dell'anno Scout con delle modalità che possono variare a seconda delle tradizioni locali ed è sempre preferibile che sia presente tutto il Gruppo per sottolineare la continuità del cammino. Può essere altresì svolta alla presenza dei genitori dei ragazzi, come avviene da noi. Il tradizionale Canto della Promessa ha sigillato il momento e segnato il termine della giornata: «Dinanzi a voi m'impegno sul mio onor e voglio esserne degno per te o Signor. Fedele al tuo volere sempre sarò, di Patria il mio dovere adempirò. La giusta e retta via, mostrami Tu e la promessa mia accogli o Gesù».

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