Venafro: 36 anni di scoutismo

Noi viviamo anni di intensissima evoluzione dove appare impossibile prevedere con qualche ragionevole certezza non solo ciò che accadrà fra dieci anni, ma neppure ciò che potrà accadere l’anno venturo. Questa situazione genera insicurezza e timore.

Le ragioni di questo stato di incertezza sono abbastanza note, innanzitutto vi è il progresso tecnico eccezionalmente accelerato soprattutto nel campo delle comunicazioni, sotto qualunque forma si realizzino. Ciò ha forzato la tendenza a una generalizzata globalizzazione che è il vero segno caratteristico della nostra epoca. Qualunque avvenimento accada, in qualche parte del mondo, arriva oggi nelle nostre case in tempo quasi reale modificando radicalmente l’orizzonte del nostro operare. Siamo tutti “cittadini del mondo” nel senso che non possiamo più vivere e agire nel semplice contesto della nostra famiglia, del nostro paese, della nostra Patria, ma siamo obbligati, quotidianamente, a misurarci con i grandi problemi mondiali che influenzano in modo sempre più significativo anche la nostra vita. La globalizzazione economica sta modificando lo sviluppo dei vari Paesi creando in Europa situazioni di difficoltà, il cui sbocco appare per certi versi drammatico e appare largamente incerto. La globalizzazione culturale, in particolare con l’aggressiva spinta dell’Islam e con l’inarrestabile fenomeno della emigrazione dai Paesi poveri verso i Paesi ricchi, crea la premessa per scontri durissimi che sfociano in guerre sempre più drammatiche e inconcludenti. Si comprende facilmente come, in questo clima di incertezza verso il futuro, i giovani siano più alla ricerca di sicurezze e di garanzie che non disponibili a contestazioni più o meno utopiche. Possono al limite cercare di sfuggire alla realtà con il disimpegno, ma non certo rischiando di perdere l’esistente. Anche sul piano sociale si vive lo stesso clima di timore. I lavoratori, e le loro organizzazioni, cercano di difendere l’esistenza, che sanno essere terribilmente a rischio per le conseguenze della globalizzazione economica, più che cercare una via verso il futuro. Di significativo negli anni attuali resta una presenza del volontariato, in tanti ambiti del suo operare, che si caratterizza per generosità e impegno, e una disponibilità di molti, giovani e meno giovani, ai grandi temi della pace, della giustizia, della solidarietà. Oggi sembra che la spinta associativa debba più essere verso l’apertura e la fiducia, in un momento tentato dal reflusso e dal disimpegno. Mi sembra anche che in un contesto sociale più frammentato e contraddittorio, vadano riproposte idee forti in termini educativi, nel campo sociale, morale e religioso, senza troppe paure e ambiguità per evitare il rischio di un progressivo “sciapirsi” della proposta educativa scout. Ciò implica, che tu, capo scout in Agesci, testimone di un'associazione cattolica, non perda mai l'unicità di Cristo unico maestro. In momenti difficili è giusto essere chiari: occorrono persone significative e capaci di essere coerenti tra il dire e il fare, persone che non sposino i verbi mortiferi dell'avere, del salire e del comandare, ma i verbi benedetti: dare, scendere e servire. Così sarai felice e farai felice. Lo scoutismo mantiene, io credo, una sua grande validità, ma la sua proposta è più difficile di alcuni anni fa. Giocare al ribasso non serve. Questa riflessione che propongo questa settimana sull’associazione scout, nel suo essere agenzia educativa nella nostra città di Venafro, mi porta ancora a ribadire come capo scout che “nessun profumo vale l’odore di quel fuoco, da 30 anni e oltre”. Concludo: per vivere “il” presente bisogna sapere che cos’è; e siccome il presente non è nato oggi, ma viene da lontano, per capire l’oggi bisogna capire questo lontano. Anzi, a ben guardare, il presente è così sottile, così istantaneo, che esiste solo in quanto è già passato. Così si scopre che in realtà la storia è la scienza del presente o, meglio ancora, la scienza del futuro. Infatti, a cosa serve il presente, se non a costruire il futuro? Se il presente umano è sempre e solo un ripensare o un progettare, allora vivere umanamente, cioè nella libertà delle scelte, significa avere un problema e cercare di risolverlo in chiave di autocoscienza e di responsabilità, in pratica significa ragionare storicamente. Ecco il nostro essere cittadini del mondo nella nostra realtà sociale. E ben venga il nuovo anno scout appena iniziato, il 36° anno di scoutismo cattolico a Venafro.

 

di Don Salvatore Rinaldi

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