Un corpo indossato e imparato

Come è noto, il fumo di tabacco contiene centinaia di composti nocivi, tra cui idrocarburi policiclici aromatici, nitrosamine e metalli pesanti, in grado di danneggiare l’apparato riproduttivo maschile a vari livelli. 

Tra gli effetti dimostrati vi sono un peggioramento della qualità del liquido seminale in termini di motilità e morfologia, alterazione del pH, del volume e della viscosità. Infine, le sostanze tossiche presenti nel fumo di sigaretta sono in grado di danneggiare la cromatina e il DNA degli spermatozoi. L’alcol, invece, di cui troppo spesso soprattutto giovani e giovanissimi fanno un uso eccessivo, tende a ridurre la sintesi di testosterone e ad accelerare il suo metabolismo, determinando calo del desiderio, disfunzione erettile ed infertilità. L’abuso cronico a lungo termine è causa di atrofia testicolare irreversibile. Tra le droghe, infine, i cannabinoidi, sono responsabili di alterazioni  della spermatogenesi e della funzione erettile, mentre ecstasy, crack, eroina e cocaina agiscono sul sistema nervoso centrale e sono causa di infertilità, deficit erettile e diminuzione del desiderio sessuale. L’idea che numerosi fattori di rischio e comportamenti errati rappresentino una minaccia per la salute riproduttiva maschile, e che sia necessario effettuare periodiche visite di controllo per consentire una diagnosi precoce ed un eventuale trattamento tempestivo, resta di non immediata ricezione da parte della popolazione generale. Tuttavia, è cruciale che questo tipo di informazione venga veicolato in modo efficace e recepito sin dalla giovane età. L’andrologo è per gli uomini ciò che il ginecologo è per le donne. Eppure in Italia meno del 5% dei ragazzi sotto i venti anni ha fatto una visita andrologica, mentre più del 40% delle ragazze della medesima età sono state almeno una volta da un ginecologo. In realtà fino a che è esistito il servizio militare obbligatorio, tutti i ragazzi facevano una visita andrologica durante la visita di leva. Oggi invece sta a ciascuno di noi prendersi cura della propria salute riproduttiva. In conclusione, gli studi condotti sugli adulti indicano che molte delle patologie responsabili di infertilità di coppia hanno origine nei primi anni di vita o sono evidenziabili già in età puberale, ma restano ignorate per molto tempo. Risulta pertanto fondamentale diffondere informazioni su come preservare la salute riproduttiva ai giovani maschi, realizzare programmi di screening ed una rete di percorsi assistenziali integrati al fine di intervenire su eventuali patologie in una fascia di età in cui è più facile preservare la fertilità di un uomo. Queste riflessioni mostrano come il corpo per l’essere umano non sia un dato, ma un compito: va decifrato e, in un certo senso, “indossato e imparato”. Maturità personale significa anche maturità corporea, che si raggiunge divenendo consapevoli del valore del proprio corpo come risorsa, in un rapporto armonico con la dimensione psichica e quella spirituale, ma anche accettandone la costitutiva fragilità, che ci rende soggetti alla malattia, all’invecchiamento e alla morte. La cultura attuale, da questo punto di vista, non favorisce la maturità corporea, perché esalta il corpo prestante, giovanile, sempre resistente alla fatica e agli stress. Nel caso del corpo femminile, si pone l’accento sull’estetica, sul potere seduttivo di un fisico attraente, rendendo insignificanti o addirittura molesti quegli aspetti della femminilità che fanno riferimento alla capacità  generativa o all’avanzare degli anni. Il corpo esile della donna anoressica o quello acerbo dell’eterna adolescenza non sono il simbolo di un’accoglienza e di un’apertura relazionale, ma di una chiusura narcisistica. Il dovere di giovinezza riflette in fin dei conti la presenza inquietante della mortalità del corpo, considerata come il proprio annientamento.

 

 

di don Salvatore Rinaldi

Articolo di lunedì 11 Giugno 2018

Rubrica "Fede e Società"

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