Forse il sesso è veramente un mistero?

Con lo svilupparsi delle scienze umane (psicologia, antropologia, medicina, ecc.) è venuto sempre più in evidenza che l’essere umano è un’unità inscindibile di anima e corpo, per cui queste due realtà sono chiamate ad essere in armonia tra loro, non in contrapposizione.

La sessualità è stata maggiormente collegata con i sentimenti; non si ha più paura del corpo, delle sue emozioni e delle sue gioie; si parla più facilmente di sesso  e delle problematiche a esso collegate; è stato maggiormente compreso il ruolo della donna nella società, e così via. Anche la Chiesa ha acquistato progressivamente una visione più completa della sessualità umana, considerandola sempre più come un dono; oltre che per mettere al mondo dei figli, essa acquista un ruolo importante anche per la realizzazione dell’unità dei due sposi. I documenti del Concilio Vaticano II, i discorsi di Giovanni Paolo II e l’enciclica di Benedetto XVI Deus Caritas est sottolineano ampiamente questa nuova visione della sessualità. Non possiamo però negare che, accanto a tanti aspetti positivi, vadano emergendo anche nuovi aspetti negativi: l’impulso sessuale, sotto la spinta del consumismo, è visto sempre di più come un bisogno da soddisfare ad ogni costo, come uno dei tanti beni di consumo, e il partner come semplice strumento di gratificazione; il rapporto sessuale viene spesso banalizzato, per cui si va a letto insieme come si va al bar a prendere una tazzina di caffè; l’inizio della vita sessuale è stato notevolmente anticipato rispetto al secolo scorso, e così via. Si tende nuovamente a staccare l’anima dal corpo, disgregando la persona, con la differenza che prima si valorizzava l’anima, annullando le esigenze del corpo, mentre oggi tutto spinge a valorizzare le esigenze del corpo, annullando tante volte quelle dell’anima. Una cosa è certa: questa rivoluzione, che prometteva felicità e liberazione da tanti tabù, in realtà non ha mantenuto del tutto le promesse e comincia a generare una diffusa sensazione di delusione. La nuova morale sessuale è caratterizzata dal dovere di riuscire: ne deriva una nuova angoscia, come testimoniano la corrispondenza delle riviste specializzate o le domande rivolte con maggiore frequenza ai consulenti psicologici, angoscia di non “sapere fare” l’amore secondo le nuove norme delle prestazioni che oggi sono richieste. Più che di liberazione allora, si potrebbe forse parlare di liberalizzazione sessuale. Tra l’altro c’è stata l’inattesa comparsa di nuove patologie (tra cui la riduzione del desiderio, la dipendenza sessuale, la diffusione delle malattie infettive legate al sesso…) e di nuovo problematiche, tra cui l’aumento delle violenze sessuali, della pedofilia e della pornografia con il drammatico sfruttamento dei minori attraverso Internet. Noi, infatti, cambiamo; cambiano le nostre esigenze, i nostri tempi, le nostre reazioni, le nostre attese. E se non siamo attenti a rinnovare continuamente il nostro rapporto con l’altro, facilmente può nascere la crisi e con essa le difficoltà anche nella vita sessuale. Amare, quindi, è accorgersi dell’altro, mettersi dalla tua parte, è capacità di perdonare e di ricominciare sempre; è sviluppare in noi la capacità di donare anche attraverso l’esperienza sessuale. Solo questo legame profondo tra il sesso e l’amore può dare pieno significato alla nostra sessualità e farla diventare fonte di unità e di gioia. Nel matrimonio bisogna creare un’opera d’arte, insistere sull’altro come l’artista insiste sulla sua opera. Non si tratta di insistere sull’altro per farlo diventare secondo i nostri desideri, ma di creare insieme a lui/lei una vera opera d’arte, anche attraverso la nostra sessualità. Solitamente la maggioranza delle persone si limita a credere nell’altro/a, a investire su di lui/lei solo nel momento “passivo” della passione, dell’innamoramento, dell’attrazione, mentre il vero amore è un processo attivo, sempre in movimento, sempre alla ricerca di nuove strategie per far migliorare le situazioni. L’amore vero crede nell’altro, nel suo mistero, nelle sue migliori potenzialità più nascoste e le risveglia con il suo calore, la sua dedizione, la sua fedeltà.

 

di don Salvatore Rinaldi

Articolo di lunedì 30 Luglio 2018

Rubrica "Fede e Società"

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