L'infedeltà

L’infedeltà è sintomo dell’incapacità ad amare profondamente un altro essere umano in tutta la sua personalità, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma soprattutto nella sua diversità, nella sua unicità irripetibile. È anche, in genere, la prova della non completa conoscenza di sé, del proprio essere. 

È un tradire la fiducia dell’altro, ma è anche un tradire se stessi. Sono infedeli le persone: insicure, complessate, carenti affettivamente, immature, infantili, superficiali, incapaci di amare. Vi sono differenze tra uomini e donne nel modo di intendere il rapporto. La donna collega spesso l’amore all’impegno reciproco, ai sentimenti, all’intimità. In genere, si sente più libera, più realizzata in presenza dell’uomo a cui è emotivamente e sentimentalmente legata. Nell’uomo, al contrario, lo stare sempre con la stessa persona tende a procurare ansia, anche se spesso questa viene nascosta. Nel rapporto fisso, stabile, l’uomo teme di perdere la propria identità, la propria indipendenza, si sente controllato, intrappolato, soffocato, scoperto, vulnerabile, confuso, a disagio. Inoltre una situazione di dipendenza affettiva da una donna gli rievoca un altro tipo di rapporto vissuto nell’infanzia: quello con la madre. Quando sente di essere legato a una donna perché ha bisogno di lei, l’uomo avverte la paura di essere un debole, un bambino, e cerca di staccarsene, magari attraverso un’avventura con un’altra donna. In questo modo cerca di recuperare e riaffermare la propria autonomia, la propria virilità. Ovviamente questa è una tendenza generale. Ognuno di noi è una persona unica e irripetibile. Può dunque gestire le proprie reazioni e i propri desideri a seconda della personalità e dei valori posseduti. Per l’uomo una storia occasionale si presenta esaltante semplicemente perché è meno impegnativa sentimentalmente ed è temporanea, limitata nel tempo. La donna invece, in genere, non capisce questa scissione tra affetto e sesso, tipica dell’uomo. Infatti i motivi che uomini e donne adducono per giustificare il tradimento rispecchiano in pieno il loro differente atteggiamento nei confronti del rapporto. Gli uomini spiegano l’infedeltà come risultato di una insoddisfazione sessuale. Per le donne è il risultato di una insoddisfazione affettiva, sentimentale. Gli uomini, in genere, desiderano mantenere il rapporto con la propria partner e, contemporaneamente, avere relazioni occasionali. Le donne, al contrario, investono molto affetto nei rapporti e, quando tradiscono, vivono l’infedeltà in modo problematico, sofferto, tanto che difficilmente riescono a tenere vivi entrambi i rapporti. Naturalmente alcune differenze tra i due sessi sono anche di origine culturale. La donna cerca di rinsaldare una relazione già esistente o di intrecciarne una stabile. L’uomo invece identifica il successo nel cambiare spesso partner. D’altra parte, ci sono anche differenze biologiche nell’approccio tra i due sessi. La donna ha bisogno di dolcezza, di carezze, di baci, per sentirsi pronta al rapporto. Nell’uomo, invece, è molto importante la stimolazione visiva. La felicità in amore non va ricercata nella maggior quantità possibile di partner, ma nella profondità, nella capacità d’amore, nella comprensione dell’altro in quanto elemento diverso ma complementare, integrativo. La donna vorrebbe essere l’unica per la persona che ama. Scoprire che l’uomo in cui ripone tutta la sua fiducia tradisce è per lei una delle esperienze affettive più dolorose. La donna tradita crede di aver perso ogni attrattiva fisica e psichica, si sente respinta e, in genere, prova sentimenti di rivalità a lungo tenuti nascosti. Per esempio, se da bambina il padre non le ha dedicato sufficienti attenzioni, ecco che l’infedeltà del partner le rievoca l’antica dolorosa sensazione di rifiuto. Perciò, anche se appartiene al presente, la crisi coinvolge sentimenti vissuti nel passato, contribuendo a rendere più dolorosa l’esperienza del tradimento. L’uomo, invece, di fronte al tradimento, dal momento che da una parte tende a idealizzare la figura femminile e dall’altra scinde la componente sessuale da quella affettiva, all’inizio rimuove il fatto, non ci vuol credere. L’uomo pensa erroneamente, anche per motivi culturali, che a lui non possa capitare di essere tradito: si illude che solo lui possa tradire. Sono diffusi i casi di tradimento da parte della donna  nei quali il partner tradito non se ne è mai reso conto per anni, a volte per tutto il corso della vita. Raramente, invece, una donna non s’accorge di essere tradita dal proprio uomo. Trascorsa la fase della rimozione o dell’incredulità, l’uomo tradito tenderà ad aggredire l’altro, il rivale. La maggior parte dei maschi ha costruito la propria personalità mettendosi a confronto, nell’età infantile, con gli altri maschi: i compagni di gioco, d’asilo, di scuola, gli amici. Perciò quegli uomini che non hanno una personalità matura, in caso di tradimento, si confrontano aggressivamente con l’altro, che vivono come avversario, come colui che gli ha portato via la donna. Il tradimento non viene approfondito in sé e la donna che lo ha compiuto non viene vissuta come persona che possiede un valore intrinseco, tanto che l’uomo tradito la considera strumento passivo in mano all’avversario. La tipica fantasia degli uomini traditi è di credere la propria donna obbligata, costretta a soggiacere alla volontà dell’altro, ma è solo un inutile e patetico tentativo di fuga dalla realtà. Chi parte senza mettere in conto il fallimento, la rottura, il tradimento, l’abbandono, non è capace d’amore. È solo un pauroso, un immaturo, non vive, non è mai nato psichicamente, spiritualmente. Chi, una volta abbandonato, non si innamora più o si sente vittima per tutta la vita, non accetta la vita. Rimane attaccato alla sfera del desiderio, del bisogno, resta allo stadio infantile, immaturo dell’esistenza. Non ammette il confronto, la possibilità di perdere. Vorrebbe che la realtà si piegasse ai suoi sogni, mentre è vero il contrario.

 

di don Salvatore Rinaldi

Articolo di lunedì 20 Agosto 2018

Rubrica "Fede e Società"

 

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