Un corpo mi hai dato

L’amore è una delle realtà più difficili da definire, in quanto appartiene al mistero: non lo potremo mai capire (₌contenere) totalmente perché supera la portata della nostra mente, ma come la luce del sole che, pur superiore alla portata del nostro occhio, può tuttavia essere recepita e goduta dall’occhio, così è l’amore: lo possiamo conoscere, sperimentare, vivere, ma mai totalmente possedere, perché riflette in noi e per noi la verità di Dio stesso (Dio è amore), compiendo un cammino che si intreccia con le maglie della nostra vita.

Infatti siamo iniziati all’amore dall’esperienza affettiva che riceviamo dai nostri genitori e dalla tenerezza che essi esprimono nell’intimo colloquio di coppia. Tutti siamo convinti che genitori «assenti», o «freddi», o «lontani» perché autoritari… favoriscano nei figli grosse difficoltà riguardo al mondo affettivo. Quando poi nella pre-adolescenza e adolescenza si sviluppano i meccanismi della relazione, la figura genitoriale è quanto mai importante come guida al mondo dei sentimenti. Aiuta infatti a saper riconoscere la ricchezza della diversità sessuale, come occasione di completamento di sé, attraverso lo scambio di quanto è proprio e originale, legato alla natura di ciascuno. Questi meccanismi, essenziali per una corretta apertura e crescita nell’amore, ancora non sono l’amore, come pure la loro assenza non può essere letta come sua negazione. Sono ricchezza o povertà di un patrimonio umano essenziale alla completezza della persona, considerata nella piena maturità e libertà del suo essere. Perché ci sia amore occorre che questi meccanismi siano integrati da altri elementi più propri della sfera psicologica o spirituale. Infatti il vero amore è la libera scelta di due persone che nella loro complementarietà si donano l’uno all’altra con un «ti voglio bene» che significa volontà di condivisione di sentimenti e di ideali, l’uno per il bene dell’altra. Solo così si entra nella «verità dell’amore», che significa riconoscere, accogliere, vivere l’incontro con l’altro come pienezza di bene per entrambi. L’amore non nasce grande, cresce poco per volta. Il rapporto fisico, per essere veramente un atto di amore, cioè vero segno di unione di uomo e donna… non può essere posto all’inizio di un cammino di coppia… «Fare l’amore» sigilla ed esprime una comunione altissima, una comunione totale di vita; indica a chi voglio consegnare la mia esistenza, escludendo, per ciò stesso, tutti gli altri. L’amore è vero quando tutta la persona è coinvolta. Il rapporto fisico dell’amore fra uomo e donna non è ascrivibile alla sola realtà fisiologica: per essere vero, deve essere soprattutto un atto d’amore, un dono reciproco d’amore; un atto pienamente «umano», tale cioè da coinvolgere, del tutto e per sempre, ogni potenzialità della persona: volontà, mente, sentimenti, passione, corpo. C’è un proverbio: «Se ti guardo con passione, ti spoglio anche se sei vestito, se ti guardo con amore, ti rivesto anche se sei nudo!». È l’amore che rende «buono» il sesso. Non è il sesso che rende vero l’amore, ma l’amore che rende il sesso umano e fonte di comunione, quando è l’amore che ispira il desiderio sessuale, la relazione fisica è caratterizzata dalla tenerezza, dal dialogo e dalla capacità di rispettare l’altro guardandolo negli occhi; quando non è l’amore che ispira l’unione sessuale i corpi sono uniti, ma i cuori divisi: ognuno pensa a se stesso… a cogliere il massimo del piacere, e i due restano pure estranei l’uno all’altro non si guarda il volto. «La sessualità è una ricchezza di tutta la persona: corpo, sentimento, anima… e manifesta il suo intimo significato nel portare la persona al dono di sé nell’amore» (Familiaris Consortio 37).  Nel nostro corpo e col nostro corpo si esprime la sessualità. È una condizione che caratterizza per sempre l’essere, classificandolo maschio e femmina. Non è una dimensione a sé stante e marginale, ma parte integrante dell’essere umano; investe non solo la realtà fisica (genitale), ma una quantità di elementi personali che identificano l’appartenenza all’uno o all’altro sesso. Infatti la sessualità è il dinamismo che spinge l’uomo e la donna a incontrarsi, fondendo in unità la ricchezza di stimolo, i desideri, ma anche i sentimenti, l’amicizia…, che realizzano, nell’unione dei corpi, il segno visibile dell’unità delle persone.

 

 di don Salvatore Rinaldi

Articolo di Lunedì 11 Febbraio 2019

Rubrica "Fede e Società"

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