Comunicare se stessi

L’esperienza ci dice che il dialogo, nelle sue varie forme, è un mezzo indispensabile per cementare l’intesa di una coppia. Ogni coppia corre infatti costantemente il rischio di interrompere la comunicazione, se non si preoccupa di mantenere viva e fresca la capacità di dialogo. È evidente, allora, come sia importante imparare a comunicare bene. Contare solo sulla spontaneità non basta perché, a volte, questa può essere influenzata dalle situazioni.

La comunicazione infatti può diventare difficile, anche senza cattiva volontà, per il carattere delle persone o per avvenimenti che vengono a modificare la struttura della famiglia, come la nascita di un figlio o l’arrivo di un genitore anziano da assistere. A volte può essere più semplice non comunicare per coprire i problemi e per il quieto vivere. Talvolta sono i ritmi stressanti di vita che non lasciano spazi al dialogo. Quando la coppia inizia la sua vita matrimoniale è composta, in fondo, ancora da due singoli, cioè un lui e una lei. È attraverso la comunicazione, lo scambio reciproco di informazioni, di sentimenti, di riflessioni, di discussioni fatte insieme che diventeranno un noi, cioè una coppia. Non si può vivere senza comunicare (il silenzio stesso è comunicazione); inoltre, si comunica non solo a parole, ma con tutta la persona (un atteggiamento del volto, un’occhiata, un bacio, una porta sbattuta, una stretta di mano…). È però soprattutto con la comunicazione verbale e volontaria che ci si mette in contatto con l’altro. La parola, quindi, è certo la forma preferibile di comunicazione. Con la parola manifestiamo noi stessi, i nostri stati d’animo, il desiderio di stare con l’altro, di costruirsi come coppia. La parola, insomma, serve a manifestarsi completamente al partner. Certo, non tutti i dispiaceri, né tutte le gioie, si possono partecipare fino in fondo, ma c’è sempre qualche cosa da dire per rendere più ricca la relazione di coppia. Dirsi quello che si pensa, soprattutto quello che si sente, di positivo come di negativo, significa esistere l’uno per l’altro. In una coppia, i sentimenti sono fatti per essere detti all’altro. Essi possono sorgere dalle mille vicende della vita: la visione di un film, di una trasmissione televisiva che riaccende un ricordo, di un panorama… tutto può trasformarsi in scambio. Partendo da questi scambi, si crea tra l’uomo e la donna un clima unico, qualcosa che di fatto non si può paragonare a nessun’altra esperienza. Comunicare non è semplicemente parlare. Si può parlare senza comunicare (ad es. parlare del più e del meno, del tempo, ecc.). Questo accade a molte coppie stanche, ed è la causa del fallimento di molti matrimoni. È necessario che, almeno qualche volta, la conversazione si sviluppi intorno ai valori, per condividere sempre più anche le idee. Si parla per essere in comunicazione con l’altro, per capire, certe volte, quale desiderio si celi dietro le parole; poiché spesso le parole possono nascondere invece che manifestare ciò che uno vuol dire. Quindi è importante parlare, comunicare, ma altrettanto importante è stare a sentire quello che l’altro ci dice e ci vuol dire. L’ascolto attento e disponibile non è meno importante del parlare. Può capitare, infatti, che il partner dia interpretazioni sbagliate del nostro comportamento e delle nostre parole perché non ha saputo ascoltare, e così nascono le prime incomprensioni. Quando due persone decidono di stare insieme, è perché si conoscono, sanno chi è l’altro, sanno cosa aspettarsi da lui o da lei, si accettano così come sono, hanno raggiunto quello che può essere definito un «equilibrio di coppia». L’equilibrio di coppia si ha quando le aspettative di entrambi sono soddisfatte. Se non intervenissero cambiamenti nelle persone, l’equilibrio di coppia, una volta raggiunto, rimarrebbe immutato. Ciascuna delle persone che costituiscono la coppia tende però a cambiare nel tempo per fattori interni ed esterni. È una legge della vita. Le cause possono essere molteplici. Ne ricordiamo qualcuna come esempio: una maturazione personale che porta ad avere impegni ed interessi diversi; l’impegno del lavoro che nell’arco di una vita può coinvolgere più di una persona; l’inserimento di un figlio; il cambiamento di ambiente, residenza e quindi nuovi stimoli esterni; cambiamenti di tipo fisiologico (l’età o la maternità, la menopausa) che disturbano la psicologia di una persona. In queste nuove situazioni i partner non si riconoscono più: ciascuno, per effetto di questi cambiamenti, non corrisponde più a ciò che l’altro si aspetta e la coppia perde la sua stabilità.

 

 di don Salvatore Rinaldi

Articolo di lunedì 25 Marzo 2019

Rubrica "Fede e Società"

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