I sentimenti

I sentimenti sono una parte importante della nostra vita. Non possiamo trascurarli. I sentimenti non sono una melassa, ma una ricchezza. I sentimenti sono una forma di intelligenza. Certe notizie le dà solo il cuore! I sentimenti sono vita. Natalia Ginzburg un giorno disse: «Il mio mestiere è quello di scrivere». Però, poco prima di morire, stringendo il piccolo pronipote, esclamò: «Questa è la vita. Non i libri!». I sentimenti sono una lingua universale.

Dice un proverbio: «Parla con il cuore e ti sentiranno anche i sordi». I sentimenti sono come le impronte digitali, come il colore degli occhi, come il tono della voce: ci rendono unici e irripetibili. Sono come le marce di un motore: una volta innescate, producono movimento. Sono come l’energia di cui abbiamo bisogno per vivere la vita in modo pieno. Dicono quello che stiamo vivendo, quello che più profondo sperimentiamo. I sentimenti sono reazioni interiori, spontanee che viviamo di fronte a una persona, a un luogo, a una situazione o alle quali pensiamo. Sono sentimenti la gioia, la tristezza, la serenità, l’imbarazzo, la rabbia, ecc. Scrive Papa Francesco nell’Amor is Laetitia:«È importante la capacità di esprimere ciò che si sente senza ferire; utilizzare un linguaggio e un modo di parlare che possano essere più facilmente accettati o tollerati dall’altro, benché il contenuto sia esigente; esporre le proprie critiche senza però scaricare l’ira come forma di vendetta, ed evitare un linguaggio moralizzante che cerchi soltanto di aggredire, ironizzare, incolpare, ferire. Molte discussioni nella coppia non sono per questioni molto gravi. A volte si tratta di cose piccole, poco rilevanti, ma quello che altera gli animi è il modo di pronunciarle o l’atteggiamento che si assume nel dialogo». (Papa Francesco, Amor Laetitia, n. 139) Sarà importante concentrarci non tanto sull’altro, ma su noi stessi, rinunciando ad ergerci ad esperti indagatori dell’altro. In tal modo miglioriamo la capacità di risposta, di condividere il nostro punto di vista, di definire e far valere con fermezza i nostri valori e le nostre convinzioni. I sentimenti, poi, in sé non sono né buoni né cattivi, né giusti né sbagliati, non sono una realtà morale, ma semplici dati di fatto. Teoricamente accettiamo questa affermazione, praticamente la ripudiamo e censuriamo le emozioni. Certamente non sarà piacevole provare sentimenti di collera, di gelosia, di delusione, di rabbia, ma non sarà moralmente cattivo sperimentarli. Una cosa è sentire e ammettere di essere incolleriti, un’altra cosa è dare un pugno nel muso. Non i sentimenti sono valutabili, ma le decisioni che prendiamo e il comportamento che adottiamo. Degna di attenzione è la chiarificazione che Papa Francesco propone: «Provare un’emozione non è qualcosa di moralmente buono o cattivo per sé stesso. Incominciare a provare desiderio o rifiuto non è peccaminoso né riprovevole. Quello che è bene o male è l’atto che uno compie spinto o accompagnato da una passione. Ma se i sentimenti sono alimentati, ricercati e a causa di essi commettiamo cattive azioni, il male sta nella decisione di alimentarli e negli atti cattivi che ne conseguono. (…) Credere che siamo buoni solo perché «proviamo dei sentimenti» è un tremendo inganno. Ci sono persone che si sentono capaci di un grande amore solo perché hanno una grande necessità di affetto, però non sono in grado di lottare per la felicità degli altri e vivono rinchiusi nei propri desideri. In tal caso i sentimenti distolgono dai grandi valori e nascondono un egocentrismo che non rende possibile coltivare una vita in famiglia sana e felice» (Papa Francesco, Amoris Laetitia, op. cit., n.145).

 

di don Salvatore Rinaldi

Articolo di lunedì 8 Aprile 2019

Rubrica "Fede e Società"

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