40 anni dall'ordinazione sacerdotale di don Salvatore, il grazie degli scout

“Ascoltino o non ascoltino - perché sono una genìa di ribelli - sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro” (Ezechiele, 2,5)

Un grazie del tutto speciale va senza dubbio a te, don Salvatore, in questo anno in cui ricorre il 40° anniversario della tua ordinazione sacerdotale. Il “grazie” che noi possiamo dirti non sarà mai sufficiente per esprimerti la gratitudine che meriti per la tua presenza costante in questi 38 anni di scoutismo a Venafro e in queste 33 edizioni della nostra Via Crucis Vivente cittadina.

Questi 33 anni di Via Crucis hanno visto coinvolte in prima linea ben 900 persone, tra capi e ragazzi, sia nelle fasi di organizzazione che di realizzazione. Ma mentre gli altri si sono avvicendati negli anni, tu sei lì, sempre lì, con i tuoi inconfondibili entusiasmo e perseveranza, sempre pronto a trasformare le fasi sia di preparazione che di realizzazione in tempi privilegiati di condivisione. Tutto scorre. Anche in questi 33 anni: i lupetti sono diventati capi, alcuni sono rimasti, molti se ne sono andati o ormai adulti hanno a loro volta i figli negli scout o hanno preso altre strade o vivono altrove, ma tu in questi lunghi e difficili anni sei stato sempre un punto di riferimento fermo, sempre al passo coi tempi, sempre giovane dentro, sempre contemporaneo. Sei stato per generazioni e sei per noi oggi lo spacciatore di speranza contro ogni speranza. In ogni Via Crucis lasci un messaggio, che cambia ogni anno, ma che sempre dona senso al momento presente e che a partire da esso dona senso al nostro “per sempre”. In questi anni, infatti, ci hai insegnato che la tradizione, e la storia in generale, non va mai dimenticata e va sempre letta, ma va letta stando anche al passo coi tempi. È per questo che la tradizione viene sempre riproposta, ma su di essa va ogni anno a innestarsi l’innovazione. Il pio esercizio rispetta sempre il percorso di Gesù dal pretorio al calvario proponendo brani evangelici, ma riletti alla luce odierna, percorrendo così contemporaneamente anche la quotidianità dell’uomo di oggi. Mai viene meno il tuo supporto che ci abbraccia, il tuo prenderti cura dei particolari: le musiche calzanti, i giochi di luci, gli effetti speciali, i movimenti studiati, i costumi curati, la scenografia, le coreografie, la regia, la gestualità, le espressioni e la tonalità coinvolgente della tua inconfondibile voce. Tutto concorre alla buona riuscita di questa “catechesi all’aperto” che, come in un affresco che si lascia piacevolmente contemplare e che coinvolge emotivamente nella storia che raffigura, è simbolo di un qualcosa che va molto al di là di solo ciò che appare. Ti sta a cuore la Via Crucis perché sai che è un’occasione di incontro col vero Protagonista delle storie e della Storia, che scende anche nel “cortile dei gentili” e che si lascia incontrare anche nelle periferie, che nel nostro caso paradossalmente coincidono con le strade più centrali della città, ma forse per le loro caratteristiche peculiari, meno simili a un’aula liturgica classica e propriamente detta. Così da 33 anni fai in modo che la Cultura della Vita scende tra le strade della nostra città e il corso, punto nevralgico della movida venafrana, il luogo che per antonomasia simboleggia la vitalità delle nuove generazioni, un giorno all’anno dà voce alla Vita vera, quella vita che in Gesù si manifesta pienamente proprio nel momento della Passione, quando più chiaramente traspare l’umanità del Dio fatto carne. È una triste realtà che nelle nostre famiglie molto raramente si parla di Dio, quasi si teme o comunque si tende a ignorarlo. Con questo strumento individuato sapientemente 33 anni fa i nostri giovani scout si ricordano e ci ricordano che Gesù esiste, che è una persona, che è morto, ma anche e sopratutto che la porta del sepolcro è stata scaraventata a terra e lui lì dentro non c’era più perché è risorto. La nostra speranza, che grazie al Crocifisso Risorto, è diventata certezza, ci spinge ancora oggi a ripercorrere la Via della Croce insieme a Colui che è la Vita. Per noi e per i nostri ragazzi la Parola è sempre nuova, e rivivere la Via Crucis ogni anno parla alla nostra vita di oggi, in cui noi siamo chiamati a essere il prolungamento della Nuova Umanità. Grazie, don Salvatore, per avercelo insegnato. In un mondo che pone le sue radici sui terreni dell’effimero, del caduco e del relativo, tu ci inviti senza sosta a perseverante nei valori non negoziabili, che ci hai da sempre proclamato. E continui ogni anno a proporre la Via Crucis Vivente cittadina nella quale sono i nostri stessi ragazzi che mettendosi in gioco in prima persona non si lasciano rubare la speranza dalla cosiddetta società liquida, ma si rendono loro stessi portatori di senso nel mondo del non senso, prestando i loro corpi alla messa in scena di una storia antica e sempre nuova e contemporanea all’uomo di ogni tempo a cui appartengono e con fierezza: la storia di Gesù di Nazareth, il Dio fatto uomo. Grazie per questa straordinaria occasione. Grazie.

 

Il Gruppo Scout Agesci "Venafro 4"

 

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