Se la nostra preghiera pressante apparentemente non viene esaudita, per prima cosa chiediamoci se la
nostra fede è sufficientemente radicale. Allora non dimentichiamo mai che soltanto la preghiera fatta con
fede totale sarà sempre esaudita. Facciamo quindi nostra la preghiera degli apostoli, che un giorno si
avvicinarono a Gesù dicendogli: «Aumenta in noi la fede!».
E il Signore rispose: «Se aveste fede come un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: “Sii sradicato e trapiantato nel mare”, ed esso vi ascolterebbe» (Lc 17, 5-6). «Ma il Figlio
dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». È questa la vera domanda. Potremmo ottenere tutto da Dio, se avessimo un cuore disarmato. Di solito, invece, ci
consideriamo troppo forti per lui, troppo fiduciosi in noi stessi e in tutte le risorse umane, e non abbastanza
in lui. Una totale fiducia ci farebbe ottenere tutto da lui. Come sono giuste le parole di Teresa del Bambin
Gesù: «Otteniamo da Dio tutto quello che speriamo da lui!». Spesso, però, preghiamo solo con la superficie
del nostro cuore, come a fior di labbra, senza mettere sulla bilancia tutte le nostre riserve di fede. Non
osiamo affrontare il rischio di saltare, senza paracadute, non nel vuoto, ma tra le braccia di Dio, con lo
slancio di un bambino piccolo. Sono i calcoli che facciamo e le nostre reticenze che paralizzano Dio. Se
domani nel nostro paese o in quello accanto scoppiasse una guerra, se si diffondesse una terribile
epidemia, chiederemmo l’agire dell’Energia di Dio? Chi esaudirà le nostre preghiere? L’Uomo di Nazareth
garantisce che: «Il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a colore che glielo chiedono!» (Lc 11, 13). E in
questa domanda dello Spirito Santo bisogna, naturalmente, includere tutte le richieste di ordine spirituale,
che d’altronde avremo interesse a esplicitare a seconda dei nostri bisogni, implorando il dono dello Spirito.
Evitiamo quindi di limitare l’orizzonte della preghiera di richiesta alle sole necessità economiche o
domestiche, dimenticando i bisogni spirituali. Non preghiamo per la guarigione fisica delle persone,
omettendo la guarigione dei cuori. Cerchiamo prima il regno e la santità di Dio, e il resto ci verrà donato in
aggiunta (cfr. Mt 6, 33). Abbiamo fa preghiera di richiesta insegnata dallo stesso Gesù: Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo cosi in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e
non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Gesù rifiuta assolutamente le richieste che
derivano da una ricerca aberrante del meraviglioso. Così, quando i farisei e i sadducei gli chiedono un segno
dal cielo (cfr. Mt 16, 1) e quando Erode spera di vedergli fare dei miracoli (cfr. Lc 23, 8), Gesù si rifiuta
categoricamente. Gli capita anche di purificare le richieste che gli vengono rivolte e di esaudirle solo dopo
aver approfondito la fede del suo interlocutore. «Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei
viventi. Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza» (Sap 1, 13-14). E ancora: «Sì, Dio ha creato l’uomo per
l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del
diavolo» (Sap 2, 23-24). Ma chi è la forza del diavolo? Dio non è per nulla complice di quello che fa soffrire
l’essere umano. Non vuole che siamo infelici, non vuole che soffriamo, non vuole che moriamo. È vero, il
dolore, la sofferenza e la morte sono “naturali”, nel mondo così com’è oggi, ma, giustamente, il mondo
presente non è come dovrebbe essere e come Dio l’ha voluto in principio. È vero che, provvisoriamente,
finché esisterà questo mondo decaduto, Dio ricava il bene dal male ed è capace di dare un valore di
redenzione a tutte le nostre sofferenze. Oggi Gesù non è meno misericordioso di quanto lo fosse nella sua
vita terrena. Non è meno potente di allora. Al contrario, dopo la risurrezione, gli «è stato dato ogni potere
in cielo e in terra» (Mt 28, 18). Se avremo una fede perseverante, vedremo che, più spesso di quanto
pensiamo, saremo esauditi già in questa vita, anche se, in realtà, Dio non può salvarci definitivamente in
questo mondo.
di don Salvatore Rinaldi
Articolo di lunedi 23 Marzo 2020
Rubrica "Fede e Società"
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