Alla vostra età anche l’amicizia non è più una cosa facile. Ma la strada dell’amore comincia proprio dall’amicizia. «Io penso che l’amore non è forte se non è penetrato di amicizia» (E. Mounier). L’amicizia e l’amore hanno la stessa sorgente, perché permettono all’uomo di amare e di essere amato. Ma l’amicizia è più importante e viene prima. L’innamoramento, se non è accompagnato da scambio di valori, di idee, di amicizia, non è destinato a durare
Un amore a fior di pelle non paga, sparisce presto, lasciando l’amaro in bocca e la delusione. A volte si finisce addirittura per dubitare che gli altri siano capaci di amare. In ogni caso diventa più difficile amare ed essere amati. Un’amicizia normale, serena, forte, vi aiuterà a conoscervi sempre meglio in una situazione di normalità. «Ci vuole più un minuto per giudicare un libro, ci vuole più di un’ora per vedere sbocciare una corolla, ci vuole più di un giorno per conoscere qualcuno!» (C.J. Van Combrugghe). Fate «decantare» la vostra amicizia e il vostro amore. Se un giorno vi accorgerete che la vostra simpatia non era «amore», cogliete i frutti di una vera amicizia ritrovandovi più maturi e senza sentirsi devastati dalla delusione. «Spesso la sessualità, la forza più dirompente che ci apre agli altri e che semina nel cuore la voglia di amare, viene inquinata in esperienze egoistiche, viene banalizzata nei linguaggi e in comportamenti massificati. La nostra fama di novità viene incanalata nell’effimero, nella spettacolarizzazione della vita, nell’usa e getta». L’amore che la sessualità è chiamata ad esprimere, proprio perché realtà integralmente umana, è qualcosa di molto più grande e più nobile della pura attrazione sessuale da cui pure prende lo spunto, da cui trae riserve di energia di cui reca i connotati nella sua fisionomia psichica. È qualcosa di più nobile e di più grande ancora dello stesso sentimento amoroso, dell’affettività e della tenerezza che pure include ad assume in sé. L’amore non diventa pienamente se stesso e quindi realtà personale e personalizzante se non quando, al di là dell’attrazione istintiva e del sentimento da cui pure parte e di cui si nutre, giunge a esprimersi in una decisione spirituale di donazione reciproca e di appartenenza reciproca incondizionata e definitiva; cioè solo quando è capace di dire assoluta verità: sarò tuo per sempre, tutto tuo, esclusivamente tuo. Un simile amore include quindi la dimensione corporea come quella affettiva: non è un fatto puramente intellettuale e volontaristico; ma è veramente se stesso solo quando il corporeo e l’affettivo sono assunti e superati, senza essere rinnegati, nella vita dello spirito e sono vissuti in piena consapevolezza e libertà. Il gruppo monosessuale diventa un luogo in cui potersi confrontare sulle metamorfosi della pubertà, sulla quantità legittima di desiderio sperimentato e meritevole di soddisfacimento. Il gruppo dei pari rappresenta un laboratorio in cui esplorare la nascente identità di genere e i valori che la definiscono. Fare i conti con un corpo pubere, mortale, potenzialmente generativo è uno dei compiti evolutivi dell’adolescenza, all’interno del quale rientra il rapporto con la propria sessualità. Timori e ambivalenze possono accompagnare questo processo, ancor più se si considera che il corpo della contemporaneità è alla ricerca della perfezione nell’estetica e nella prestazione, è un corpo onnipotente, narcisistico, ideale. Pertanto l’esordio sessuale è accompagnato da ansie, da aspettative elevate e dal bisogno di essere rassicurati sulla “normale” funzionalità delle nuove dotazioni. Il confronto con il gruppo dei coetanei resta comunque centrale nella decisione di avere il primo rapporto. Talvolta l’impossibilità di rimandare risponde all’esigenza di non sentirsi indietro rispetto al percorso di sviluppo dei coetanei. Se gli amici vengono ricercati per confrontarsi in materia di corpo, relazioni amorose e sessuali, parlarne con i genitori desta ancora una certa quota di sano e fisiologico imbarazzo. Va però detto che il modo in cui gli adulti odierni si approcciano alla sessualità dei figli è notevolmente cambiato. Spesso sono proprio gli adulti a richiedere sostegno ad altre istituzioni educative - la scuola, per esempio - per affrontare tale tematica. Diversamente da un tempo, i genitori della famiglia odierna si augurano che i propri ragazzi siano preparati in materia e che arrivino pronti al debutto, consapevoli di tutte le precauzioni necessarie per vivere una sessualità che sia soddisfacente, affettivamente pregna, ma anche sicura. La sessualità edifica la persona e la apre verso l’altro. Per questo è importante nel percorso di crescita non va censurata o ignorata. Ciò non toglie che mantenga sempre una certa equivocità e che l’equilibrio in cui viverla è sempre da trovare. La sessualità, come luogo che custodisce il mistero dell’essere umano, investe l’intero processo identitario. Tale processo deve avere come obbiettivo quello di integrare la pulsione erotica in un processo di crescita integrato di tutta la persona. Tanto più il percorso di maturazione è interiorizzato tanto più la sessualità esprime una profondità che va oltre il livello genitale.
di don Salvatore Rinaldi
Rubrica "Fede e Società"
Articolo di lunedì 27 Luglio 2020
Scrivi commento