Decidere di amare

Innamorarsi a 15 anni è bello, normale e sano (un po' meno a 60 anni, magari di una quindicenne!); un evento importante per l’adolescente, ma che indica semplicemente che egli è «capace» di amare, così come è in grado di imparare, di studiare, di fare sport… Nell’innamoramento il diploma della maturità è una meta ancora lontana, che sarà raggiunta dopo molti anni… e quasi mai a pieni voti; seguirà poi l’esercizio della professione che comporterà un quotidiano tirocinio di umiltà, di pazienza e di tenacia.

Come dire che la maturità professionale è una capacità in continua formazione. Se questo vale per ogni attività umana, tanto più ciò è vero per l’affettività che caratterizza l’essere umano fin dal suo nascere. Nell’adolescenza non è raro il caso di trovarsi impigliati in reti affettive ed emotive che ci impediscono veri slanci d’amore. Nell’adolescenza, quando si cominciano a tessere i primi legami affettivi può succedere di prendere delle vere e proprie cantonate, scambiando l’innamoramento per amore. Quando si è innamorati è difficile capire che non si tratta ancora di amore. L’innamoramento è una spinta istintivo-emotiva propedeutica, iniziatrice all’amore che è, invece, una scelta realistica-consapevole. È bello essere presi da questa rete, che va man mano srotolata perché possa diventare amore. Essere innamorati è piacevole; si vorrebbe rimanerlo per sempre, ed è bene che sia così, altrimenti non si arriverebbe alla meta dell’amore. Per sua natura l’innamoramento tende a finire per lasciare campo libero all’amore. L’innamoramento non è ancora l’amore così come il piacere di stare con una persona non è ancora la scelta di viverci insieme per sempre. L’innamoramento è il «regno del desiderio», l’amore il «regno del progetto». Il desiderio è la risposta interiore a qualcosa di esteriore che ci piace e ci attira. Ascoltiamo un brano di musica, ci piace, desideriamo risentirlo; vediamo un ragazzo o una ragazza, ne siamo attratti, lo/la desideriamo; desideriamo rivederlo/la. Quando questa successione dinamica, quasi automatica, di desideri – che inizia con l’attrattiva (esterna alla persona) per diventare desiderio (interna alla persona) -, persiste ed è reciproca, allora si tratta di innamoramento vero e proprio. Nel caso questa esperienza coinvolga soltanto una delle due persone, allora si parla, in genere, di cotta, di fissa. A caratterizzare il desiderio, quindi, è la piacevolezza. Infatti non è possibile innamorarsi di ciò o di chi non ci piace. Sarebbe patologico o, almeno, strano! L’innamoramento è il regno dell’eros (parola greca che sottolinea la dimensione piacevole e ludica dell’amore), da cui deriva l’erotismo con quanto ne segue. Ma l’amore non è solo eros (che anagrammato dà la parola rose); non è semplicemente «rose e fiori»; le rose senza spine fioriranno soltanto nella primavera eterna del giardino dell’infinito. Qui e ora siamo chiamati a fare i conti anche con le spine perché l’amore umano è nel regno delle scelte terrene… dove a volte ci capita di ricevere (e dare) qualche puntura. L’innamoramento è paragonabile al desiderio piacevole di fare una scalata in montagna oppure al tempo, di solito breve, che intercorre tra la scelta, a tavolino, di una gita e la sua realizzazione. L’amore, invece, è paragonabile alla scalata vera e propria. Un’ascensione in montagna è sicuramente altro dal desiderio di farla. La scalata ci chiede anzitutto di partire realmente, di metterci in cammino; la levataccia mattutina sarà preceduta dalla preparazione accurata dello zaino; c’è poi l’ansia per le condizioni meteorologiche, la fatica e l’indolenzimento muscolare, il disagio di qualche contusione; il resistere alla tentazione di tornare indietro (mettendo a tacere la frase: «Chi me lo ha fatto fare»), il mettere in conto la delusione, rispetto alle aspettative che cullavamo nel cuore, circa il panorama che poteva offrirci la montagna; l’innamoramento stenta a credere che l’amore abbia le sue pene, oppure presume di poterle schivare, evitare o sopportare agevolmente. L’amore, invece, è un costante esercizio di accoglienza della realtà; un accogliere anche quello che non piace, senza farne un dramma, senza farlo pesare. La gioia dell’amore ha i suoi costi che vanno pagati con il sorriso sulle labbra. La maturità dell’amore consiste proprio nel saper conservare la freschezza, la giocosità, la gagliardia dell’innamoramento. Come il vero adulto è un bambino cresciuto bene così il vero amore è un innamoramento divenuto adulto. Perché ciò accada occorre alimentarlo e dargli consistenza con intelligenza, volontà e cuore. L’istinto e l’emotività non bastano all’amore! In secondo luogo è necessario difenderlo dalle mode culturali e dai persuasori occulti, mediante una dose quotidiana di spirito critico e lungimiranza, cioè quel saper vedere lontano che ci porta a distinguere la differenza tra una quindicenne che si innamora di un quarantenne e l’innamoramento tra due coetanei! Le relazioni amorose hanno forme diverse. L’Infatuazione. Il termine richiama il mondo fantastico delle fate. L’infatuazione è una pseudo relazione affettiva, quasi virtuale, che esiste soltanto nella nostra fantasia. Ciò che la caratterizza è l’irraggiungibilità della persona di cui si è infatuati: per differenza di età (l’adolescente che si infatua della professoressa quarantenne o la ragazza che perde la testa per l’uomo maturo), per lontananza geografica (coloro che fanno spettacolo) o storica (personaggi che non sono più tra noi). La Cotta. È una fissazione emotivo-sentimentale unilaterale per una persona anche raggiungibilissima, ma che non corrisponde alle nostre attese. Nel ragazzo prevale l’attrazione fisica e, quindi, la dimensione erotica; nella ragazza la dimensione sentimentale. Una caratteristica di chi ha preso la cotta è la ritrosia a confidarla alla persona interessata nel timore di ricevere un cocente rifiuto. La Simpatia. È una relazione affettiva basata sullo stare bene insieme; è un legame di comunicazione per lo più emotivo, quasi una nascosta complicità nel voler godere del presente senza progetti per un futuro di una vita insieme. L’elemento fisico-erotico non è predominante. Inoltre si possono vivere più simpatie nello stesso tempo… gelosie permettendo. L’Amicizia. È lo stare bene insieme a un livello più profondo, condividendo valori e progetti e andando al di là del presente. Nel rapporto d’amicizia l’elemento della consapevolezza è fondamentale; inoltre la scelta reciproca costituisce quasi un’alleanza per crescere insieme nella vita, pur senza donarla all’altro reciprocamente ed esclusivamente. Tipico della vera amicizia è il superamento delle barriere del sesso, della cultura, dell’età, della religione. L’elemento erotico, anche se velatamente presente nel caso di un’amicizia tra un uomo e una donna, è però ininfluente. Talvolta l’amicizia tra un ragazzo e una ragazza può trasformarsi in innamoramento e poi in amore.

 

Scrivi commento

Commenti: 0