L’innamoramento, a volte, si presenta come colpo di fulmine, una fascinazione improvvisa che ti sorprende per la sua forza e ti spinge verso una persona sconosciuta, ma che ti appare sin da subito intima e familiare, amata. E, dopo l’incontro, le frequentazioni iniziali, la fusione erotica, la gioia profonda, l’entusiasmo, pian piano si fa strada in entrambi l’idea che potranno stare e vivere insieme. Gli esseri umani sono estremamente complessi, nessuno di noi è uguale all’altro.
La personalità è il frutto di molteplici esperienze, in realtà molti aspetti si svelano nel tempo e alcuni compaiono solo quando veniamo messi alla prova. La coppia è il frutto di un lungo e paziente percorso di conoscenza reciproca, di una costante narrazione delle proprie vicissitudini. Rivederle insieme, ridare a ciò che è accaduto il suo significato e lasciarlo andare: è questo che fanno continuamente gli innamorati quando condividono il loro passato, ricostruendo la propria esperienza sin da quando erano bambini. Questo viaggio di avvicinamento ci permette di conoscere l’altro anche nelle sue fragilità, nei suoi aspetti incompiuti, nei desideri di riscatto o di nuova progettualità. Man mano che ripercorriamo la nostra vita sotto lo sguardo amoroso dell’altro e comprendiamo che cosa ci ha fermato, dove abbiamo sbagliato, quando abbiamo rinunciato, incominciamo anche a percepire che emergono nuove potenzialità. Impariamo a fidarci delle nostre energie interiori, che ora sono state risvegliate, a porci con naturalezza nuove mete e a sentire di poterle finalmente realizzare. Una delle caratteristiche della coppia che si ama è che entrambi evolvono significativamente e si sentono pronti a esprimere potenzialità ancora inespresse. La vita a due non è l’effetto del solo innamoramento, bensì di un patto che gli amanti devono stringere tra loro. Dovranno definire le proprie regole, stabilire le loro leggi e poi attenervisi. Queste norme sono la loro “costituzione”, che potrà essere costantemente rinegoziata; costituiscono i principi di riferimento per l’esistenza a due. Naturalmente, non si può imporre all’altro di amare o non amare, ma si potrà stabilire, per esempio, di non mentirsi, di aiutarsi scambievolmente. È un rapporto sottile, sempre in bilico tra libertà e impegno. E anche un esercizio continuo, sul filo della contraddizione: io vorrei cambiarti per farti diventare come desidero io, e anche tu vorresti che io cambiassi; al contempo, non vuoi che cambi per te, ma che resti libero. Oggi la morale e il mondo sociale hanno messo di regolare la vita intima delle persone, pertanto non ci si può più rifugiare nelle norme imposte dalla comunità. Non puoi chiedere all’altro di rimanere fedele perché c’è una legge che lo punisce, ma puoi dirgli che, se ciò avverrà, tu lo lascerai. Siete due individui che si incontrano su un piano di parità. I patti di coppia sono molto più liberi e soggettivi di un tempo, ma sono comunque seri e vincolanti. Prima sapevi che cosa voleva l’altro, che cosa dovevi o non dovevi fare, anche perché i matrimoni avvenivano tra persone dello stesso luogo e gruppo sociale, che avevano un’identica mentalità. Oggi, al contrario, sempre più frequentemente a unirsi sono due persone provenienti da Paesi con cultura, tradizioni e valori molto diversi, ed è davvero facile non capirsi. C’è il rischio, senza saperlo, di violare la sensibilità del mondo culturale cui l’altro appartiene su questioni che solo per uno dei due partner non hanno peso. La coppia che dura è prima di tutto il frutto dell’intenzione di farla durare. Ma resiste soprattutto in quanto ognuno riceve dall’altro stima, affetto, appoggio e sicurezza; e ciò gli permette di rafforzarsi, migliorare, esprimere i suoi talenti. Ciascuno mostra insicurezze, dubbi, momenti di fragilità, cedimenti psicologici. Ma è l’amore reciproco la migliore delle psicoterapie. Ma sarebbe un errore pensare che la stabilità dell’amore di coppia sia proporzionale al grado di fusione e d’identificazione fra i due amanti, per cui essi diventano quasi indistinguibili, come se fossero una stessa persona. Ci amiamo anche perché siamo diversi, perché ci arricchiamo del confronto con un’altra vita, un’altra esperienza, un altro mondo interiore.
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