Pre adolescenza: la banda e il club

Oltre che nei gruppi organizzati della scuola e del tempo libero, e in quello minimale costituito dalla diade, un rapporto di amicizia può svilupparsi in quei gruppi informali che si costituiscono, per adesione del tutto volontaria dei vari componenti, nella preadolescenza e nell’adolescenza. Tali gruppi sono caratterizzati, oltre che da un rapporto paritario fra i membri, da una maggiore libertà, non essendo presenti in essi né adulti che svolgano una qualunque funzione di controllo e di guida, né obiettivi o regole specifiche che in qualche modo provengano dal mondo degli adulti.

 

Certo, l’influenza del mondo adulto si fa sentire anche in questi gruppi, nel senso che certe norme di carattere generale (per esempio, come procedere per prendere una decisione collettiva) o certi valori (come quelli della lealtà, della solidarietà, dell’intraprendenza, del dovere di onorare un impegno assunto) sono stati trasmessi ai vari membri del gruppo dal mondo adulto attraverso la famiglia, la scuola, i media. Ma tali norme e tali valori vengono utilizzati per obiettivi scelti liberamente, così come liberamente vengono scelte le modalità per conseguirli. L’appartenenza a questi gruppi a formazione volontaria non è alternativa alla frequentazione dell’amico del cuore, infatti le due esperienze rispondono a bisogni in larga parte diversi. È dunque naturale che esse possano coesistere, anche se in certi casi la diade amicale si è formata prima dell’adesione al gruppo e in altri si è invece venuta costituendo proprio all’interno del gruppo. È cosa nota che, con l’inizio della preadolescenza, ragazzi e ragazze tendono a restare più a lungo fuori di casa, anche al di là dell’orario scolastico, e a trascorrere tale tempo libero, oltre che con l’amico del cuore, anche con un gruppetto di coetanei. Ed è pure noto che, nella formazione di questi gruppetti, si verifica una separazione per sessi, nel senso che i maschi tendono a restare fra di loro per dedicarsi ad attività che sono loro congeniali, proprio come le femmine, le quali si impegnano in attività in buona parte diverse. Nel primo caso si vuole parlare di “banda” (un termine, questo, che non ha alcun significato negativo, patologico, e va dunque tenuto distinto da quello di “gang”, o di “branco”, che indicano invece gruppi nei quali hanno largo spazio comportamenti devianti). Nel secondo caso, un termine adatto sembra essere quello di “club”. La banda e i club si somigliano per certi aspetti. Entrambi i gruppi sono, dal punto di vista della provenienza sociale dei loro componenti, dei  microcosmi, nel senso che possono esservi rappresentate varie categorie sociali: accanto al figlio del medico o dell’avvocato può trovarsi il figlio dell’elettricista, del panettiere o del portiere. Questo è dovuto al fatto che, essendo ancora limitata la modalità dei singoli membri, che possono contare solo sui mezzi pubblici o su una bicicletta e non hanno comunque ancora l’abitudine o l’autorizzazione ad allontanarsi molto da casa, entrambi i gruppi (ecco una seconda somiglianza) si formano su una base territoriale ristretta: ragazzi o ragazze dello stesso caseggiato, o dello stesso rione, che si possono quotidianamente e facilmente ritrovare. Una terza somiglianza riguarda poi le motivazioni che spingono i singoli membri alla frequentazione del gruppo: il desiderio di avere uno spazio di autonomia dagli adulti entro il quale dare avvio insieme con dei coetanei, in condizioni che sono di parità e di mutuo sostegno, ad una serie di attività che riguardano la conoscenza della realtà, degli altri e di se stessi. La frequentazione della banda o del club offre a un ragazzo la possibilità di confrontarsi con gli altri, soprattutto per quanto riguarda certi aspetti del corpo (come l’agilità, la destrezza, la forza, la grazia, la bellezza) o certe abilità motorie (come quelle di correre, saltare, tuffarsi, nuotare, arrampicarsi, destreggiarsi bene in giochi di movimento come il calcio o la pallavolo), ma anche alcune abilità sociali (come il conversare, il convincere gli altri, il proporre iniziative valutandone poi insieme l’esito), nonché il mondo degli interessi, dei sentimenti, delle emozioni. Questo confronto facilita la riflessione sulla propria persona, e una più chiara presa di coscienza delle proprie qualità positive e dei propri limiti, e contribuisce dunque largamente (insieme con la frequentazione dell’amico del cuore) a quel processo di progressiva elaborazione dell’”idea” di sé” che, pur non essendo un compito di crescita solo adolescenziale, assume maggiore rilevanza nella preadolescenza.

 

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