Le dinamiche di relazione che si instaurano in una coppia spesso sono viziate in partenza da una “tossicità” che è destinata a emergere, prima o poi. In particolare si tratta di quella che viene chiamata “dipendenza affettiva” in cui uno dei due partner, anche per mancanza di autostima, è continuamente bisognoso del sostegno dell’altro, che prende le decisioni anche sulla sua vita.
Così i rapporti nella coppia non sono equilibrati e sani: ciò è destinato a ostacolare la realizzazione dell’uno o dell’altro, o anche di entrambi. Spesso queste relazioni sono “difettose” proprio per la carenza o l’eccesso di fiducia in sé dei due componenti, che spesso si bilanciano a vicenda. La persona affettivo-dipendente tende ad affidare al partner molte decisioni e funzioni di controllo sulla propria vita che dovrebbe assolvere da sola. Perciò l’altro diventa indispensabile e senza il suo appoggio, consiglio e approvazione subentra l’ansia. La paura di essere abbandonati è fortissima perché andrebbero in pezzi tutte le proprie certezze. I dipendenti affettivi cercano partner che rappresentano in qualche modo il loro opposto, che mostrano sicurezza e decisione. Spesso quindi scelgono dei narcisisti, che sembrano all’inizio assecondare il loro bisogno di affetto e sostegno, ma alla lunga finiscono per dominare il partner e far valere solo le proprie esigenze. Il dipendente affettivo deve liberarsi dai condizionamenti che gli vengono dalla sua scarsa autostima e dalle idee infondate sull’amore. Prima di tutto deve imparare a stare da solo ad ascoltare se stesso in questi momenti di isolamento volontario. Dando retta alle emozioni che prova e alla voce dell’istinto potrà cominciare a prendere da solo le proprie decisioni e a fare le scelte in autonomia. così comincerà a tracciare la sua strada, in base a ciò che sente giusto per sé, senza farsi condizionare dalle indicazioni del partner e dalle idee correnti sui rapporti sentimentali. È assolutamente falso che amare significa annullare se stessi per l’altro. Anzi è vero il contrario: l’amore si consolida quando nel rapporto ciascuno dei due riesce ad essere pienamente e liberamente se stesso. A volte il nostro partner comincia sistematicamente a sminuire le nostre capacità, a inibire e sottostimare le nostre caratteristiche migliori, forse proprio quelle che inizialmente l’avevano attirato e che ci avevano fatto notare ai suoi occhi. A volte lo fa per una forma di gelosia, perché si è reso conto che queste qualità possono piacere anche ad altri; altre volte invece, e questo è il caso più frequente lo fa perché sente che esse potrebbero appannare la sua immagine, farlo sentire inferiore mentre voleva avere la “leadership” nella coppia. Questo tipo di partner entra in competizione proprio con ciò che ama e che ammira nell’altro. Così, in parte inconsciamente, in parte no, inizia la sua battaglia per tarpargli le ali. Però se a uno dei due partner viene impedito di volare, non volerà neanche la coppia. La critica sistematica e demolitoria è dannosa per entrambi. Non bisogna lasciarsi condizionare dalle sue critiche e dalla sua insicurezza e costringerci a inibire il nostro comportamento e la nostra spontaneità. Sarebbe dannoso per noi e per la coppia, perché coveremmo dentro una rabbia che finirebbe per farcelo odiare. Non c’è altra via: dobbiamo essere noi stessi, mostrarci al partner e agli altri per come siamo. Non deve abituarsi alla possibilità di sminuirci e di screditarci. Soltanto vedendo un atteggiamento maturo e costante, anche dolce e gentile, ma risoluto e senza cedimenti, potrà davvero rispettare le nostre caratteristiche e lasciare che le esprimiamo.
Articolo di lunedì 5 luglio 2021
di don Salvatore Rinaldi
Rubrica "Fede e Società"
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