Giovane cercatore di Dio

La speranza ha bisogno della nostra disponibilità a cambiare lo sguardo sulla realtà giovanile e a vedere in essa gli indizi del futuro, di un futuro promettente, purché non sia abbandonato a se stesso; e purché l’accompagnamento non sia volto a ricondurre tutto al passato. Un’immagine nell’ identificare il giovane, penso a quella dell’esploratore: al suo coraggio, alla sua curiosità, alla sua capacità di interpretare gli indizi… alla sua fiducia di trovare! 

Nell’adolescenza inizia la stagione dei grandi interrogativi, che inizia quando i ragazzi hanno perso ogni riferimento ad ambienti in cui sia possibile portare i propri dubbi, le proprie visioni, le proprie inquietudini. L’educazione scolastica, soprattutto quella che passa attraverso alcune discipline, può dare un grande contributo per aiutare i ragazzi a leggere dentro di sé, per dare loro quelle parole dell’interiorità che permettono loro di tradurre in linguaggio il mondo talvolta confuso dei loro interrogativi di vita. Papa Francesco con la sua proposta di un Patto Educativo Globale richiama tutti i modi dell’educazione a stabilire alleanze in funzione della crescita armonica delle nuove generazioni. La percentuale dei giovani che passa dalla parrocchia e dai luoghi tradizionali della formazione cristiana, avendo in essi il proprio punto di riferimento, è minima; ancor più piccola è quella dei giovani che passano da associazioni e movimenti vari. Le esperienze associative a impronta formativa sono le più in crisi; miglior sorte hanno quelle che hanno una proposta più concreta: scoutismo, azione cattolica, volontariato Caritas e l’associazionismo sportivo, che non si occupa certo di educazione alla fede. Far parte di una comunità significa diventare in essa dei membri attivi. La prospettiva di appartenere ad una comunità di fede deve prevedere la possibilità di diventare in essa dei protagonisti. Occorre contrastare nei responsabili gli atteggiamenti che favoriscono la dipendenza e la passività, condizioni innaturali per gli adulti e ancor più per i giovani, che hanno bisogno di dimostrare prima di tutto a se stessi quanto contano nei contesti di cui entrano a far parte. Il mondo giovanile è un mondo che esprime una realtà culturale che si è modificata così in fretta da aver generato una sorta di incomunicabilità tra le generazioni, quasi a rendere impossibile la relazione educativa e ancor di più la trasmissione della fede. Più che increduli, appaiono impliciti cercatori di Dio, che nascondono la loro ricerca dietro atteggiamenti-spia che occorre saper individuare, leggere, portare alla luce, aiutando a trovare parole per dare un nome alle loro esperienze interiori; estranee all’attenzione comune dei media e della conversazione ordinaria, rischiamo di restare sepolte sotto linguaggi capaci di rappresentare unicamente le realtà materiali e più superficiali della vita quotidiana. In che modo Gesù ha chiamato e coinvolto le persone? In che modo ha suscitato la fiducia in lui? Come le ha rese discepole? Non ha fatto loro grandi discorsi: li ha guardati negli occhi, li ha invitati a stare con lui, ha cercato a poco a poco una relazione con loro, li ha fatti sentire un gruppo. E a poco a poco ha raccontato loro del mistero del Regno, attraverso un linguaggio che era quello della loro esistenza di tutti i giorni. Le parabole sono racconti tratti dalla vita: il seminatore, un poveraccio rapinato dai briganti, un povero affamato seduto alla porta di un ricco gaudente, un figlio che se ne va di casa e un padre che lo attende per lungo tempo… Racconti che non definiscono una dottrina, ma evocano un mistero nel quale entrare, ciascuno in maniera personale, interpretando quel mistero a partire dalla propria vita. Ecco, questa è la pedagogia del Vangelo, alla quale possiamo rifarci. Una pedagogia che ci chiede forse di liberarci dai nostri intellettualismi e moralismi. Niente è scontato, né la fede né l’incredulità; né il seguire né il restare tristemente in compagnia delle proprie solitarie nostalgie di bene.

 

Di don Salvatore Rinaldi

Articolo di lunedì 22 Novembre 2021

Rubrica "Fede e Società"

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