Non disagio ma nuovo vigore

Le emozioni sono una componente innata in ognuno di noi, sono l’espressione di una potente spinta naturale che ha origine nell’istinto di sopravvivenza. Senza queste reazioni immediate non potremmo scappare di fronte a un pericolo, non potremmo coltivare una passione o una relazione. La sorpresa ci spinge a essere curiosi verso le novità e quindi a crescere; la tristezza ci spinge ad andare oltre le esperienze dolorose. La rabbia ci difende dagli attacchi altrui e dalle ingiustizie. L’espressione mimica delle emozioni fondamentali è infatti innata, prescinde dalla cultura e dall’apprendimento per imitazione.

Sebbene possiamo distinguere le emozioni in primarie e secondarie, non ha senso considerarle buone o cattive, positive o negative. Il vissuto dell’emozione, se non giudicato, può riservarci delle sorprese, per esempio; la rabbia, per quanto pervasiva e disturbante, può ricordarci che siamo vivi, che abbiamo rispetto di noi stessi e darci la spinta per reagire o la consapevolezza che abbiamo a cuore quella situazione. Oppure la tristezza, quando si manifesta come una dolce, lieve, melanconica ci spinge a trovare l’affetto delle persone che ci sono care. Siamo abituati a considerare alcune emozioni negative, non solo perché disturbano la nostra quiete ma anche perché è stata attribuita loro dalla società una valutazione morale che le rende riprovevoli; è il caso di rabbia, tristezza, senso di colpa. Le emozioni sono la linfa vitale dell’amore e della sessualità. Ciò che ricerchiamo dall’innamoramento, in fondo, è la tempesta emotiva che ci travolge piacevolmente e ci trascina in una dimensione diversa da quella in cui viviamo la quotidianità. Anche la sessualità si esprime al massimo quando entrano in giuoco le nostre emozioni, lasciando da parte la ragione. E il desiderio stesso, inoltre, è un’emozione potente e travolgente. Un’emotività che circola fluida è il combustibile necessario per una coppia, un antidoto contro la noia e il calo del desiderio. Saper vivere le emozioni d’amore vuol dire evitare di bruciarle o di lasciarle spegnere. Le emozioni si esprimono direttamente nel nostro corpo, proprio perché hanno finalità specifiche, utili al benessere sia fisico che psicologico. Le reazioni si attivano ogni volta che proviamo un’emozione, anche se non ce ne accorgiamo. Questo avviene su tre livelli diversi: viscerale: si attiva uno stato di vigilanza e allerta, attraverso l’emissione di ormoni e neurotrasmettitori, che stimolano precise reazioni fisiche, il cuore batte più forte, il respiro si accelera, lo stomaco si chiude, l’intestino si agita, si inizia a sudare. Questi cambiamenti fisiologici, a lungo andare, possono avere ripercussioni sulla nostra salute; comportamentale: scattano schemi automatici, per esempio l’attacco o la fuga; espressivo: le emozioni si rivelano tramite le espressioni del volto e la postura, soprattutto quella istintiva e involontaria, che possono manifestare il proprio stato d’animo. La reazione fisica dell’emozione dipende anche dalla sua intensità e dalla sua evoluzione. La rabbia, ad esempio, può iniziare come semplice irritazione e sfociare in una vera e propria furia o ira, con le espressioni fisiche correlate. Dipende dalla possibilità di sfogo che le offriamo. «La ragione per cui le sensazioni negative bruciano così lentamente e durano a lungo dentro di noi è perché continuiamo ad accenderle con vecchi ricordi». Le emozioni più forti e “disturbanti” sono il segno di qualcosa che lotta dentro di te per venire fuori. Se lo combatti si riaffaccerà in modi incontrollabili e inopportuni. Se invece lo accogli, ti attraverserà rapidamente, come il vento di primavera che spazza via le tracce di quello che eri o che credevi di essere. È un’aria impetuosa che sporge i semi della tua rinascita. Così potrà crescere la tua pianta originale e potranno sbocciare i lati di te che non sapevi di avere. In poche parole, potrai realizzare te stesso. Non puoi cambiare quello che provi, perché è un’espressione spontanea e innata della tua natura, ma puoi sicuramente cambiare il tuo modo di pensare a questa emozione e quindi di reagire. La tua emozione infatti non è di per se stessa negativa, ma è negativo il tuo pensiero e il tuo atteggiamento su di essa. L’emozione che provi dipende da te e non da una causa esterna, quindi sei tu stesso che, con i tuoi pensieri, tingi di nero lo stato d’animo che provi. Cambiando il modo di pensare lo puoi colorare in modo brillante e luminoso. Così i pensieri negativi hanno una durata molto breve, perché subito lasceranno spazio alle soluzioni dei problemi che li hanno provocati. A volte l’unico modo che abbiamo per diventare donne o uomini, per smettere di essere infantili e di accontentarci della superficie delle cose, è soffrire, entrare in crisi. La crisi arriva per preparare l’energia per la muta. Non per farti diventare più docile, non per migliorarti. Ma per aprire le porte dell’energia della vita. Ogni disagio viene dalla profondità dell’anima, la stessa fonte da cui sgorga la nostra essenza. Non  viene per farci del male, ma per ridare senso e nuovo vigore alla nostra vita. «Sento questo disagio, proprio adesso. Non ha niente da dirmi: lo accolgo, gli faccio posto. Dove lo sento di più? Nel petto, nella pancia, negli arti… Lascio che si accomodi, come un ospite». Incomincia così un colloquio con un lato misterioso di te, e tu inizi a incontrare le energie sconosciute che ti trasformano.

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