Il primo libro della Bibbia, Genesi, scritto nel VI-V secolo a.C., inizia con «In principio Dio creò» e riporta poi due racconti della creazione. Genesi non è un libro scientifico e neppure, come pensano i creazionisti americani, un libro di storia. Non è, cioè, un resoconto dell’attività di Dio che viene dato per toglierci la bellezza di scoprire, mediante la scienza, la storia dell’universo. Quello di Genesi è un racconto simbolico che vuole farci conoscere una verità di fede: tutto è stato creato da Dio, per amore dell’uomo, sua creatura privilegiata. Il continuo progredire della scienza mostra che la realtà è molto più grande di noi.
Gli scienziati aprono a una a una le porte dell’universo, sia sul versante dell’ infinitamente piccolo (molecole, atomi, particelle elementari) che su quello dell’infinitamente grande (pianeti, stelle, nebulose). Ogni scoperta, infatti, genera più domande di quelle a cui dà risposta. Gli scienziati possono, anzi devono cercare di capire «come» è fatto e «come» funziona il mondo, ma penso che il «perché» delle cose, le risposte alle domande di «senso» (perché c’è l’universo? Che senso ha la mia vita? Perché c’è il male?) siano fuori dalla portata della scienza. Se, da una parte, la scienza non può ergersi a valore assoluto, dall’altra bisogna riconoscere che il progresso della scienza purifica la religione, eliminando preconcetti e incrostazioni che ne velano il volto più vero. Secondo papa Francesco «la Chiesa non pretende di arrestare il mirabile progresso delle scienze. Al contrario, si rallegra e perfino gode riconoscendo l’enorme potenziale che Dio ha dato alla mente umana» (Evangelii gaudium, n. 243). È sbagliato pensare che la creazione in senso materiale sia avvenuta letteralmente nei tempi e nei modi dei racconti di Genesi, ma è sbagliato anche pensare che la storia dell’universo, così come ce la presenta la scienza, sia di per sé sufficiente e che quindi non ci sia bisogno di Genesi. Si tratta di informazioni che sono chiaramente su due piani diversi. Quello della scienza è un tentativo di dare una risposta a domande importanti: come si è formato l’universo e, in esso, come si è formato l’uomo? Quello di Genesi è la risposta, secondo la fede, a domande più profonde: perché c’è l’universo e che significato ha, in esso, la presenza dell’uomo? Oltre al luogo in cui abitare, la Terra, abbiamo avuto in dono dal Signore preziose energie spirituali: amicizia, sobrietà, solidarietà, saggezza, creatività, responsabilità, collaborazione, compassione. Dobbiamo usarle nel nostro rapporto con quella parte di creato che ci è stata affidata: la Terra e tutte le creature che la abitano, incominciando da tutti i nostri fratelli. La prima energia spirituale che dobbiamo mettere in campo è la sobrietà. La sobrietà è la qualità essenziale di ogni relazione: con le risorse, con i rifiuti, con gli altri e con sé stessi. La sobrietà libera l’uomo dalla frenesia dell’accumulo e lo rende capace di una fruizione condivisa. La sobrietà indica il primato dell’altro, orienta la vita in una prospettiva di cura per il presente e di custodia per il futuro. La sobrietà, figlia della responsabilità, madre della compassione e della solidarietà, ci spinge a recuperare, riparare e ricominciare, sia quando abbiamo a che fare con le cose che con le persone. Ciascuno di noi può e deve incominciare dal basso, dalla sua piccola vita. Come scrive il papa nella Laudato sì’. La scienza ci parla solo delle cose concrete, materiali, non di quelle spirituali. Ci dà notizie su come funziona l’universo, mostra come non sia il caos a prevalere, come esistano delle leggi e un’intelaiatura. Ma lascia aperti tutti gli interrogativi che riguardano i perché e le domande di senso. Perché c’è l’universo? Perché c’è la luce? Perché ci sono le molecole? Perché sono così piccole? Non siamo i padroni del mondo. La scienza ci dice che la realtà è molto, molto più «grande» di noi. La scienza è utile perché ci fa conoscere sempre meglio il mondo materiale e ci può aiutare a risolvere problemi, anche se a volte i problemi è la scienza stessa che li crea. Le risposte ai perché e alle domande di senso non si trovano nella scienza. Bisogna cercarle in altri ambiti: nelle categorie dello spirito, nella filosofia e nella religione. Anche papa Francesco, nell’enciclica Laudato sì, si pone domande di senso: «A che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi?». La risposta, dice papa Francesco, sta nella dignità dell’uomo, unico essere dotato di intelligenza. Sta nella dignità dell’uomo «lasciare un pianeta abitabile all’umanità che verrà dopo di noi».
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