Non imprigionato dal passato

Qualcuno si sente colpevolizzato, altri si difendono accusando, qualcuno addomestica la coscienza giustificandosi: son fatto così! Quando invece Dio educa il suo popolo, quando Gesù incontra le persone (i peccatori!) quando un buon educatore esercita il suo compito, fa riferimento a due elementi positivi: libertà e responsabilità. Se pensi: io sono fatto così, faccio quello che fan tutti, regali ad altri la tua persona, la tua libertà, rinunci alla parte migliore di te. La Bibbia dice che al vertice della Creazione (sesto giorno) Dio ha voluto un interlocutore libero di passeggiare con Lui, di amarlo, di offrirgli le primizie del suo vissuto. 

Così plasmò l’uomo. È nell’essere libero che si radica il poter dire a Dio non ho bisogno di Te, alla natura le tue leggi le detto io e alla persona amata io sono il tuo padrone. Da questa presunzione nasce il peccato quale libertà di diventare schiavi di se stessi, delle cose, degli altri, dimenticando che Dio ci ha creati perché rimanessimo liberi. È peccato abbassarsi all’animale avendo l’intelligenza dell’uomo. È peccato pensare che la libertà sia stare sopra un albero, farsi uno shampoo. La libertà è partecipazione. Non illuderti di liberarti con le tue sole forze da ciò che non vuoi più fare. Ti ritroveresti a non trovare il motivo per non farlo ancora, rimpiangeresti ben presto le gratificazioni, le compensazioni che ti garantivano la pigrizia, la gola, l’invidia, l’ira, la superbia. Sperimentiamo di essere davvero liberi quando ci rendiamo conto che qualcuno ci ha liberati. Così siamo certi di non tornare più indietro, perché abbiamo qualcuno che ci precede da seguire. Amare e rispettare la vita, e non inquinare l’amore. Il proprio corpo, l’altrui persona non può mai essere ridotta a cosa e a mezzo per il mio egoismo. Vivere nel rispettare ciò che appartiene ad altri, amare la verità e pronunciarla con sincerità. Quando l’umanità ha corso il rischio di affogare nel diluvio della sua stoltezza, Dio fa preparare un’arca che salvi l’uomo ed ogni specie di vita. A Dio interessa di più il futuro dell’uomo che il suo passato, affinché  l’uomo riprenda fiducia nel suo futuro e cominci a costruirlo su basi nuove: verità, giustizia, amore. Dio promette di entrare decisamente nella storia umana, di compromettersi in modo così definitivo e personale: e così che l’uomo avrà un cuore ed uno spirito nuovi. Dio si fa dono-per l’uomo (perdono) affinché quella creatura, fatta a sua immagine e somiglianza, si comporti da figlio, libero e non schiavo. Gesù non è solo un grande uomo del passato. Egli è il centro della storia, rivelando cuore e pensieri sulla nostra umanità. Ci viene a cercare, è in festa quando ci lasciamo raggiungere, pieno di gioia come chi ritrova un tesoro smarrito. Gesù. Egli si ritira nel deserto, si mette nella nostra situazione di solitudine, fame e sete, paura e fatica. È tentato come ognuno di noi, proprio sulle stesse cose. Vince, insegnandoci come superare le tentazioni. Adamo, tentato di fare a meno di Dio, era caduto. Gesù ci ricorda che l’uomo non è solo quello che ha, quello che mangia, ma è anche colui che ha bisogno della Parola di Dio. Adamo aveva trasformato l’amore in un’attenzione che genera solo possesso e solitudine. Gesù vince la tentazione del buttarsi giù e restituire all’uomo la forza e la bellezza dell’amore. Gesù risana l’uomo da dentro, perché non abbia più paura, ritorni a vedere, udire, parlare, camminare… La forza che è dentro di Lui è l’amore che Dio ha per l’uomo: restituisce questa forza a chi lo incontra. Gesù fa di coloro che l’hanno incontrato dei portatori di amore, risanando persone e rapporti, senza rinfacciare il passato o la responsabilità degli errori. Il Vangelo non è solo la cronaca di fatti avvenuti nel passato e quindi distanti da noi… se è l’annuncio che Gesù è vivo e che il suo Spirito agisce per noi adesso… vale la pena di cercarlo, trovarlo, udire la sua Parola, per non essere imprigionati dal passato e guardare con fiducia al futuro. Il giovane del Vangelo, dice: «Mi alzerò, andrò da mio padre e dirò… Ho tradito i doni che mi hai dato, ho pensato di fare a meno di Te e della tua fiducia, mi è sembrata più seducente la tentazione di far da solo, di ridurre la verità della mia vita a ciò che mi è utile e utile ciò che mi piace. Ti ho voltato le spalle quando mi sono ridotto come un maiale a mangiare le ghiande, quando ho creduto che il mio bene consistesse in quello che pensano, fanno, scelgono i più; quando mi è venuto a noia di essere una brava persona, pensando che la trasgressione fosse più piacevole della fedeltà…». Eppure : il mondo se ne va e tutto quello che l’uomo desidera nel mondo non dura, non appaga il cuore umano. Invece chi fa la volontà di Dio vive per sempre (1 GV 2,15-17).

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