Carezza

Che cosa si intende con il termine "carezza"?

 

Il vocabolario italiano corrisponde all'oggetto latino carus, caro, prezioso. Già sotto il profilo semantico, la carezza esprime un messaggio di riconoscimento nei confronti della persona cui è diretta, ne dice il valore e la preziosità. Per il profeta Isaia (Is 44,4) "offrire una carezza a qualcuno" è come dirgli: "Tu sei prezioso ai miei occhi, io ti stimo e ti amo". 

Il linguaggio delle carezze si presenta di conseguenza come il segno di una tenerezza che ama e fa sentire amati. Non è solo un contatto fisico o un'espressione verbale, ma un atto di amabilità; un atto che naturalmente deve sgorgare dal cuore e trasformarsi in rassicurazione ed esultanza dell'animo. 

La carezza si presenta come un segno linguistico diametralmente opposto al gesto dell'afferrare, che costituisce un atto di potere e riguarda gli oggetti. Accarezzare, al contrario, concerne le persone e dice un atteggiamento di amore libero, nel rispetto della volontà e identità di colui o colei a cui si rivolge. Quando offro una carezza, un abbraccio, o faccio un complimento, conto sulla disponibilità dell'altro, ed egli l'avverte come un linguaggio di cordialità (cor/cordis, cuore). È allora - e solo allora - che la carezza è vera e si offre come un dono che fa "assaporare il dolce calore degli istanti" fino a poter parlare di un'esperienza di eternità nel tempo. 

La carezza suppone il massimo rispetto dell'altro al punto che se fosse imposta non sarebbe più tale! Solo quando si realizza in un contesto affettivo, libero e liberante, essa si presenta come un messaggio di riconoscimento e trasmette una sensazione di piacevolezza, superando le regole inibitorie quotidiane o di sola convenzione sociale e spalancando le porte alla bellezza della vita, dell'amicizia e dell'amore.

La carezza fa nascere la "carne" della persona a cui è rivolta, dando vita ad una vicinanza di affetti e di riconoscimento, da cuore a cuore. 

La dialettica della tenerezza nunziale passa attraverso questo tipo di linguaggio. In questa valenza simbolica risiede il suo significato più alto, oltre la sola materialità formale. Come scrive Jean-Paul Sartre: «La carezza non è un semplice contatto, perché allora verrebbe meno al suo significato. Carezzando l'altro, io faccio nascere la sua carne con la mia carezza, sotto le mie dita. La carezza fa parte di quei riti che “incarnano” l'altro, fanno nascere l'altro come carne per me e io per lui. Come il pensiero si esprime nel linguaggio, così il desiderio si manifesta con la carezza». E tale è il miracolo di questa esperienza: aprire il cuore alla dolcezza dell'amore, mettendo in moto le ali della speranza e la bontà nascosta nel cuore di ogni persona. Proprio perché nascono dall'amore, le carezza possiedono la potenzialità di suscitare in colui cui sono rivolte un'eguale attitudine e si fanno segno di benevolenza, di empatia e simpatia.

Nella coppia la carezza è una grazia ed è il primo atto per poter ricominciare; essa richiede di impegnarsi a superare le ferite che ci attanagliano e ci impediscono di guardare l'altro con tenerezza. Solo se sono in grado di ricolmarle di luce nuova, le ferite - per quanto laceranti - possono essere guarite. È allora che il linguaggio delle carezze attinge a turno il suo contenuto terapeutico. Non ci si può educare alla carezza se dentro di noi si agitano inquietudini, sensi di colpa, stati di collera, paure o risentimenti. Soltanto quando i conflitti interiori sono vinti e si ritrova la pace dell'anima, si è capaci di trasmettere affetto e riceverlo. A sua volta, la carezza (donata e/o accolta) è una via essenziale per superare gli stati d'animo negativi e ricreare rapporti nuovi, di rinnovato affetto, di scambio e comunione.

Il linguaggio della carezza non va confuso con quello della debolezza o delle sdolcinatezze svenevoli. Al contrario, la carezza rappresenta il segno di un amore forte che ama e fa sentire amati, e l'espressione di un affetto che include il pieno coinvolgimento dei soggetti, fino al "tutto" e al "per sempre" del matrimonio.

Il contesto del linguaggio delle carezze è dato dalla tenerezza, dimensione che non rappresenta solo uno stato d'animo, ma uno stato dell'anima: una capacità di amare con dolcezza e sincerità; una trasformazione che fa passare le persone dalle sole esigenze della ragione a quelle più profonde del cuore.

 

 

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