Riconoscere che l'azione dell'essere umano ha dei limiti e che non possiamo plasmarci a nostro piacimento sembra essere una precondizione per sperimentare l'azione provvidente di Dio. Oggi è in atto un nuovo e radicale tentativo di superare le limitazioni della nostra condizione umana facendo ricorso all'innovazione tecnologica. Viene definito transumanesimo.
Stando ai suoi sostenitori, noi - l'umanità - abbiamo già raggiunto le capacità tecniche necessarie per andare oltre il "semplice essere umano" verso qualcosa di meglio, caratterizzato dalla combinazione dell'umano con la macchina. Laddove l'impianto di un defibrillatore cardiaco, di un semplice peacemaker o di un qualunque altro dispositivo che può salvare una vita o ripristinare una funzionalità perduta sembra porsi al di là di ogni dubbio o discussione morale, sorgono invece profondi interrogativi etici ed esistenziali quando l'obiettivo della biotecnologia cessa di essere quello di guarire o salvare delle vite e diventa un volerle "potenziare" (enhancement). C'è un grande salto qualitativo se paragoniamo la sostituzione di alcune delle funzioni meccaniche del corpo, per esempio una protesi al ginocchio, con l'impianto di un chip nel cervello che consente l'accesso a una memoria che non è più quella naturale legata alle proprie esperienze emotive. Perché ricordiamo alcune cose e ne dimentichiamo altre? Ciò ha a che fare con quel che risuona o colpisce con maggiore intensità il mondo interiore di ciascuna persona. Se la nostra memoria viene distaccata artificialmente dalla nostra esperienza emotiva, cosa accade all'integrità della persona?
Il transumanesimo appare essere un'ideologia che esagera le sfide poste dalla ricerca biomedica contemporanea, trasformandola così in un idolo dei nostri tempi incompatibile con la divina provvidenza. Il tentativo di superare l'"umano" in quanto categoria insufficiente va a scontrarsi con la dottrina dell'incarnazione: Dio si è fatto umano, non transumano. Gesù era un essere umano perfetto, e così pure Maria. La teologia cattolica non riscontra in loro alcun peccato: entrambi erano pienamente e meravigliosamente umani. In loro, il fine della vita umana è giunta a compimento nel suo massimo grado. È per questo che entrambi sono saliti al cielo con lo stesso corpo che avevano sulla terra: non c'era alcun bisogno di trasformare i loro corpi spirituali (1 Cor 15,44), perché erano già e sempre ricolmi dello Spirito. Tuttavia, c'è tra loro una differenza fondamentale: in Gesù (che era Dio incarnato) la perfezione era intrinseca; in Maria (che era umana) la perfezione è stata un dono della divina provvidenza. Credo che tutti gli esseri umani siano chiamati, come Maria, a una perfezione che non può essere raggiunta con la tecnica, ma solo ricevuta con gioia come un dono.
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