Non pensare più a ieri: il passato genera solamente confronti, rimpianti e rimorsi. La scommessa è sentirsi bene adesso.
Quando sei in difficoltà, ovvero proprio nel momento in cui avresti più bisogno di autostimarti, spesso ti ritrovi disorientato... In queste situazioni diventi facile presa di pensieri auto-lesivi: ti ritornano alla mente insuccessi del passato, dubiti di essere in grado di continuare a fare ciò che stai facendo, ti senti inferiore agli altri; sei sopraffatto dallo scoraggiamento.
Chiedi allora un aiuto esterno, ti ripeti che poi tanto passa e si ricomincia; rispondi all'emergenza con un farmaco o con un'azione compensativa, per esempio mangiare un dolce, comparti un abito... Tutti palliativi con cui cerchi di distrarti dal senso di inadeguatezza che, perché trascurato, va a cronicizzarsi in uno stato di scontentezza con cui convivi o che, nei casi peggiori si trasforma in ansia.
Se commettiamo l'errore di pensare sempre alle cose già accadute, non gustiamo il presente. E in questo modo rischiamo di deprimerci.
Basta ricordi e lamenti: ti mettono fuori tempo.
Questo atteggiamento è quello che ti condanna a perpetuare all'infinito il disagio che hai vissuto ieri, l'offesa subita un anno fa, la fregatura di cui sei stato vittima. Cominci a renderti conto quanto il passato invada prepotentemente il tuo presente. Ogni volta che ti fai riacciuffare dal passato, diventi una facile preda di confronti, riflessioni e inutili sensi di colpa che non fanno altro che andare a ledere la tua preziosissima autostima.
Se la depressione è il rischio di chi "ristagna" nel passato, l'ansia è il pedaggio che paghi quando vivi proiettato nel futuro.
Dato che il futuro è un luogo carico di incognite, fissare lo sguardo su di esso ti carica di ansie e incertezze. Non solo: persino quando ciò che ti attende è una bella prospettiva, se il tuo pensiero corre costantemente all'evento futuro, l'attesa spasmodica di quel momento finisce con l'esaurire la quota di felicità promessa. Il risultato di questa cattiva abitudine è uno stato costante di disagio: insoddisfazione, frustrazione, apprensione, timore che le cose prendano una piega indesiderata, paura di non essere all'altezza della prestazione.
Concentrati su quello che stai vivendo adesso in questo preciso istante. Passato e futuro non esistono: tu galleggi nel presente. Stare nel presente vuol dire aver coscienza che questo istante è unico, irripetibile, non tornerà mai più allo stesso modo. Anche il dolore e il malessere che vivi adesso sono unici, attuali e non torneranno mai più. Attenzione perché questo è un concetto-cardine dell'autostima!
Nel momento in cui tu entri in un altro istante quel disagio farà parte del passato; anche se si tratterà di un passato di due o tre minuti fa, sarà comunque fuori dallo spazio in cui ti trovi tu.
Siamo convinti di conoscerci come le nostre tasche e di non avere nient'altro da scoprire su noi stessi. E se la conoscenza che avessimo di noi fosse in realtà solo un mucchio di pregiudizi, frutto di una visione parziale? Spesso di noi vediamo soltanto la parte insicura, quella che non emerge in mezzo agli altri, ma non notiamo gli aspetti che ci rendono unici. Dobbiamo ripulire tale immagine dai depositi che l'hanno resa irriconoscibile. Se cambi il tuo sguardo vedrai un altro te stesso. È ora di scoprire ciò che di te solitamente non vedi perché guardi solo ai tuoi difetti, perché vedi in te la brutta copia di un modello che ti sei costruito mentalmente.
Diventare più sicuri di sé è un processo possibile a tutte le età, le ricadute immediate attiveranno un circolo virtuoso per cui man mano acquisterai sempre più fiducia in te. Preparati a scoprire il tesoro nascosto dentro di te.
La finalità del dolore non è distruggere te, ma tutto quello che di te devi lasciar morire per ritornare alla vita.
Che cosa fare per portarci verso la nostra realizzazione più autentica?
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