Meglio 100 cattolici “veri” che 1000 “cristiani della domenica”! E non ci vuole nulla a far diventare cattivi anche i cristiani “natalini” e “pasqualini”.
Diceva Romano Guardini (teologo e filosofo delle religioni): La Chiesa «non è un'istituzione escogitata e costruita a tavolino... ma una realtà vivente... Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi... Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo».
Altra famosa espressione di Guardini: «La Chiesa si risveglia nelle anime». La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che - come la Vergine Maria - accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa, il Mistero dell'Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi.
La Chiesa non è affatto un prodotto dell'immaginazione umana, dello sforzo dell'uomo e neppure della religiosità umana.
La gente desidera autenticità, risposte convincenti, e non solo sentirsi ripetere “verità eterne”, che erano e sono sempre valide.
La Chiesa non è solo un'istituzione organizzata in modo gerarchico; è tutto quello che senza di lei non esisterebbe.
Non esisterebbero gli spazi di grande silenzio e di profonda riflessione che amo e nei quali mi sento a casa mia, anche nelle città straniere. Non esisterebbe lo spazio in cui hanno il loro posto parole come misericordia, beatitudine e grazia. La Chiesa non è certamente il paradiso, e solo pochissimi dei suoi funzionari sono santi. Ma la Chiesa può essere un luogo in cui il paradiso è tenuto aperto. E c'è la fede, la fede della domenica di Pasqua. Certo, la Pasqua della Chiesa, la resurrezione della fiducia non arriva da sola.
La fede ha l'obbligo di spiegarsi e di rendere ragione. Dev'essere adatta alla vita quotidiana, e a prova di crisi. Immune dai discorsi apocalittici catastrofici, ma non indifferente alle molteplici ferite che sono state causate. Non conosciamo ancora la nuova forma della Chiesa, ma arriverà; deve arrivare. «Volete andarvene anche voi?» (Gv, 6,67), chiede Gesù ai Dodici, mentre molti se ne stanno andando, Gesù chiamava persone che erano anche peccatrici. E chiama a seguirlo anche oggi. Questo è il discepolato. Così nasce la Chiesa, oggi come allora. Ed essa è sempre al tempo stesso «santa e peccatrice», come dicevano i Padri della Chiesa. Porta con sé delle ferite. Ha dei lati negativi, che sconvolgono, che offendono, che lasciano perplessi.
Ci può aiutare a riflettere un passo dell'Evangelii Gaudium: «A volte sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore. Ma Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri. Aspetta che rinunciamo a cercare quei ripari personali o comunitari che ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano, affinché accettiamo di entrare in contatto con l'esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza. Quando lo facciamo la vita ci si complica sempre meravigliosamente e viviamo l'intensa esperienza di essere popolo, l'esperienza di appartenere ad un popolo» (EG 250). Le piaghe del Signore: ecco perché ricordare Guardini può essere d'aiuto, perché «La Chiesa si risveglia nelle anime» (EG).
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