Diventare più sicuri di sé è un processo possibile a tutte le età, le ricadute immediate attiveranno un circolo virtuoso per cui man mano acquisterai sempre più fiducia in te. Preparati a scoprire il tesoro nascosto dentro di te.
Chi non crede in se stesso è portato a vedere ogni gaffe o brutta figura come la prova di limiti connaturati di fronte ai quali non rimane che rassegnarsi. La sensazione di impotenza genera una frustrazione rabbiosa che non fa altro che bloccarci ancora di più, impedendoci di sperimentare alternative.
Dobbiamo prestare attenzione alle reazioni che mettiamo in atto spontaneamente quando non siamo contenti di noi: alcune di esse peggiorano la situazione.
Anche i reati commessi, dopo un certo tempo, decadono, vanno in prescrizione. È venuto il momento di assolverti dalle tue presunte colpe e di smettere di espiare.
Ogni evento è unico, accade qui e ora; non ha niente a che vedere con quello che è accaduto un tempo e con la persona che eri in passato. Perciò è giusto dimenticare ciò che è successo e perdonando, perdonandoti e dimenticando ti liberi da una zavorra che ti appesantisce il passo e puoi guardare avanti. Ti togli di dosso un marchio che ti condanna a non combinare mai nulla di buono.
Fare qualcosa di piacevole è utile per rompere la spirale: sono insicuro, sbaglio, mi punisco, mi sento una nullità, rifaccio l'errore, mi sento ancora più insicuro... La dolcezza ci riporta in contatto con la parte di noi che ci fa sbagliare e ci aiuterà a rimediare.
Chiediti che cosa hai imparato da quell'errore e cosa è meglio fare per il futuro.
Se puoi riparare all'errore fallo subito e concretamente. Riallaccia i rapporti. Se ti sei fatto scappare qualche parola di troppo, chiedi scusa con una telefonata, una mail, un biglietto.
Se metti in discussione il tuo comportamento non demolire mai te stesso. Sbagliare fa parte della natura umana, tutti commettiamo errori. Quando capita anche a te, allora non dire "Sono uno stupido", ma "Ho fatto una stupidaggine". In realtà nessuno dovrebbe o potrebbe scegliere al posto nostro. Ogni volta che deleghiamo ad altri è come se ammettessimo a noi stessi di essere incapaci di intendere e di volere e quindi di scegliere e di decidere. Non è vero! Se continuiamo a farlo, tendiamo invece ad ammettere e consolidare questa nostra incapacità. Ti serve qualcuno che, senza sostituirsi a te, ti mostri le cose da un punto di vista più realistico. Ma questa guida devi trovarla dentro di te. Immagina un vecchio saggio che ti affianca. Cosa ti direbbe? Cosa ti consiglierebbe? Il vecchio saggio incarna l'essenza che c'è in noi, che conosce le soluzioni giuste. Dandogli un volto, riusciamo a parlare con la parte di noi che sa le risposte adatte agli eventi, in modo equilibrato e realistico.
Quando pensi di non farcela non chiamare subito i soccorsi, piuttosto provaci da solo, arriva fin dove puoi e poi chiedi una mano in modo preciso: "Non capisco o non riesco a fare questo, mi blocco qui, mi aiuti?". L'altro sarà più disponibile a darti una mano e tu imparerai a fare da solo.
Quando i bambini imparano a camminare non smettono anche se cadono in continuazione e si fanno male. Per loro quel che conta è camminare: vogliono prendere quell'oggetto lontano, rincorrere la mamma o il cane... prova e riprova senza pensare se sei dotato, se il risultato è apprezzabile o no, quanto ci metterai: queste considerazioni ti distraggono e ti bloccano perché tendi a criticati. Proprio l'assenza di tutti i pensieri e di tutte le prefigurazioni mentali rende nel bambino ogni apprendimento più rapido e più efficace.
Immergiti completamente nell'azione, cercando di godertela, di essere tutto in quello che stai facendo.
Thomas Alva Edison, noto come l'inventore della lampadina, diceva degli errori: «Non ho fallito, ho trovato 10000 metodi che non hanno funzionato». Il suo motto era: «Non mi scoraggio perché ogni tentativo sbagliato o scartato è un altro passo avanti». A Thomas Edison questa mentalità fruttò ben mille brevetti; a noi può regalare più coraggio. Ogni volta che sbagli o fallisci, che non ti approvi, non abbatterti, non demordere, osserva quello che è avvenuto con occhi obiettivi. Occorre capire cosa non ha funzionato: una bocciatura deve costringerci a rivedere il metodo di studio, più tentativi falliti devono farci riflettere sulla possibilità di cambiare strategia o obiettivo, una figura non brillante può essere il pretesto per rompere il ghiaccio...
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