Le emozioni

Il tempo delle emozioni è il presente: ciò che sentiamo è qui e ora, l'unico tempo della vita. Stare con ciò che proviamo, piacevole o meno che sia, è l'unico modo per vivere in maniera autentica e non superficiale. Ecco perché non dovremmo solo cercare emozioni piacevoli. 

 

Nascondere gli stati d'animo che sono meno accettati socialmente come la tristezza, l'insicurezza o la paura per mostrarsi sempre forti, allegri, sorridenti, vincenti ci fa respingere e rifiutare una parte fondamentale di noi, rendendoci banali e superficiali e rischiando di farci ammalare.

La sede delle emozioni però è il cervello, nello specifico il sistema limbico, l'area più antica, sede degli istinti che regolano la sopravvivenza e centralina che elabora i comportamenti emotivi.

Quando proviamo un'emozione, vengono rilasciati neurotrasmettitori e ormoni che provocano reazioni molto concrete e "materiali". Ecco perché per evitare squilibri psicofisici e ridurre il rischio di malattie è importante conoscere, accogliere e manifestare le emozioni.

Il corpo invia al cervello una serie di informazioni raccolte da vista, udito, tatto, gusto... Arrivano paura, gioia, disgusto, che sono la presa di coscienza di quanto abbiamo intorno. E in maniera quasi autentica si attivano una serie di meccanismi utili a rispondere agli stimoli ricevuti. Il cervello può modificare il ritmo respiratorio o il battito cardiaco, accelerando se dobbiamo scappare, può comparire la sudorazione, oppure un rossore sulle guance per imbarazzo o sorpresa.

Tutto il sistema nervoso è coinvolto per ottimizzare le nostre prestazioni fisiche e cognitive di fronte alle situazioni che incontriamo, così come tutto l'apparato endocrino.

Spesso ci sforziamo di nascondere le nostre emozioni, negando problemi e dolori o trattandoli con superficialità. Invece, abbiamo bisogno di percepire tutto ciò che viene dal nostro mondo interiore, perché non c'è altro modo di crescere ed evolvere, nessun'altra strada per essere felici. Un'emozione vera, infatti, ci avvisa, mostrandoci dove stiamo andando e cosa stiamo facendo. Essa ci invita a guardare alla nostra esistenza senza i condizionamenti altrui. In quanto voci dell'anima, le emozioni ci spingono ad essere sanamente egoisti. Loro pensano, infatti, solo al nostro bene.

Ecco perché spesso le consideriamo così sconvenienti. Quindi non scappiamo da ciò che di spontaneo e intenso affiora in noi, ma cerchiamo di accoglierlo, riconoscerlo ed eventualmente esprimerlo. Si, perché dar retta alle nostre emozioni non significa abbandonare ogni forma di controllo, non significa buttar fuori tutto quello che abbiamo dentro. Le emozioni vissute in modo autentico non alimentano atteggiamenti infantili, violenti o irrazionali. Sono messaggi rivolti innanzitutto a noi, che ci portano a scoprire chi siamo e quali sono le nostre esigenze. Vale la pena ribadirlo: vivere le proprie emozioni non implica necessariamente mostrarle agli altri, lo faremo solo se questo è utile e funzionale. Vivere le emozioni significa ascoltare ciò che la nostra anima vuole dirci e dirigere la nostra azione di conseguenza.

Tu sei come il padrone di una locanda in cui abita la tua anima. Rabbia, paura, gioia: ogni emozione ha la sua stanza. Se chiudi una stanza per non vederla, ti confini in spazi sempre più stretti. Impara a frequentarle e ad abitarle tutte. 

 

Tutti viviamo momenti di gioia, spensieratezza ed eccitazione, ma anche di tristezza, avvilimento, rabbia e invidia. L'errore è pensare che le ultime siamo da evitare in ogni modo perché dolorose, trascurando il fatto che agendo in questo modo rischiamo che tornino molto più forti! L'esercizio della locanda ci insegna a trattarle tutte come ospiti graditi: così siamo sempre in contatto col mondo interiore ed evitiamo, a lungo andare, disagi e tensioni.

 

Art. don Salvatore Rinaldi

Lunedì 15 Gennaio 2024

Rubrica "Fede e Società"

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